Roma

Federlazio, export ed innovazione trascinano le piccole e medie imprese

Indagine effettuata su di un campione di 450 imprese associate

Piccole e medie imprese in rialzo, export ed innovazione trascinano la ripresa nel II semestre del 2017; uno studio di Federlazio lo conferma.

 


Un'indagine effettuata su un campione di 450 imprese associate, riguardante II semestre 2017, indica una ripresa ancora in atto, alimentando le speranze manifestate nel precedente semestre. Si tratta di una ripresa trainata dall’export e in particolare da quello indirizzato verso i paesi Extra-UE, ma anche dalle imprese che si muovo nell’ambito di innovazione e R&S. Il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi per quanto concerne il mercato nazionale cresce di ben 10 punti, passando da +3,7 a +13,7 rispetto al primo semestre del 2017. Positivi anche i dati dai mercati internazionali: quelli dal mercato UE passano da +2,9 a +16,3, mentre quelli Extra-UE fanno un balzo da -9,4 a +12,5.


Il fatturato sul mercato domestico cresce poi da +4,4 a +11,2. Un andamento positivo coinvolge anche il fatturato derivante del mercato UE, con un saldo di +17,4 e in crescita di 8 punti rispetto al semestre precedente. Il fatturato proveniente dal mercato extra UE torna nettamente in attivo passando da -6,7 a +22,6.
Si consolida la positività sulla produzione anche se in misura ridotta rispetto al precedente semestre (da +26,5 a +12,1). Aumenta leggermente la percentuale di imprese che dichiarano di aver effettuato investimenti e conferma un tred crescente nelle rilevazioni degli ultimi tre semestri: 36,9%, 38,1%, 38,9%. Di queste, il 23% ha dichiarato di aver effettuato investimenti per attività di ricerca e sviluppo, valore in netto aumento rispetto al precedente 18,6%. In forte aumento anche la percentuale di imprese che ha incrementato l’occupazione: negli ultimi tre semestri il saldo è passato da 0,7 a 8 per arrivare a 13,9 di questa ultima rilevazione.
L’indagine ha anche affrontato il tema delle sviluppo delle risorse umane e degli investimenti in formazione. Solo il 18% delle imprese ha dichiarato di aver usufruito delle opportunità di finanziamento rappresentate dai fondi interprofessionali e degli altri fondi pubblici. Un dato decisamente basso anche se migliore rispetto al precedente semestre (12%).

Le previsioni sul primo semestre 2018 hanno valore positivo su tutti i mercati e in decisa crescita rispetto all’indagine precedente. Per quanto riguarda il mercato interno, gli imprenditori si attendono un aumento significativo sia degli ordinativi che del fatturato con saldi positivi (rispettivamente di +21,3 e +20,1). Aspettative ancor più ottimistiche sui mercati internazionali. Per quanto riguarda l’Unione Europea le aspettative sugli ordinativi passano da +19,2 a + 25,4 e quelle sul fatturato da +16,1 a +28,8. Infine dall’area Extra Unione Europea il saldo atteso per gli ordinativi fa un balzo in avanti di 15 punti (dal +12,5 al +28,3), mentre le attese sul fatturato guadagnano 10 punti (da +18,8 a +29,6).


Riguardo le previsioni sull’occupazione per il I semestre 2018, il saldo atteso è positivo (+5,8) e stabile rispetto alla scorsa indagine. Aumenta leggermente anche la percentuale di imprese che prevedono di effettuare investimenti, ora al 40,6% (era 39,6%). Per quanto riguarda la formazione, nel prossimo semestre dovrebbe crescere l’utilizzo di fondi (pubblici e/o interprofessionali): si passa dal 18% delle aziende che hanno utilizzato fondi per la formazione nel secondo semestre 2017, al 33% di quelle che prevedono di utilizzarli.


“I dati della nostra indagine sono inequivocabili: tra le imprese del Lazio c’è finalmente una ripresa in atto che conferma le positive aspettative del semestre precedente - assicura Silvio Rossignoli, Presidente di Federlazio - Una ripresa trainata in particolare dall’export, ma anche da quelle aziende che hanno deciso di innovarsi investendo in R&S. Questo significa che molte imprese laziali hanno recuperato la propria competitività e si sono rimesse in corsa sullo scenario globale. Quello che però rimane ancora un elemento di debolezza è il modesto utilizzo dei fondi per la formazione del personale. Oggi l’investimento in formazione è diventato una delle leve strategiche per lo sviluppo aziendale perché innalza il contenuto qualitativo sia dei prodotti che dei processi. Purtroppo l’incertezza causata dai prossimi appuntamenti elettorali non aiuta. Ci auguriamo che la politica, sia nazionale che regionale, possa creare presto quelle precondizioni necessarie per sostenere ed accompagnare la ripresa, anche perché sui mercati globali i concorrenti sono più agguerriti, più organizzati, più determinati e soprattutto hanno alle spalle sistemi-paese più efficienti”.