Roma
Ferrovie e Ratp: le mani sui trasporti di Roma. Ecco il piano per chiudere l'Atac... e far soldi
di Fabio Carosi
Privatizzare. La strada per eliminare il bubbone Atac parte da Firenze, transita per il Piemonte e finisce a Roma. La Roma-Lido ai francesi di Ratp e il resto dell'Atac, ormai sotto bombardamento continuo, direttamente nelle fauci delle Ferrovie dello Stato. Un processo che potrebbe avere un'improvvisa accelerazione, qualora il nome di Mauro Moretti, già "signore" di Fs e ora ad di Finmeccanica, finisse per fare il commissario straordinario del Comune di Roma.
Tra "pupi e pupari", si consuma così il piano neanche tanto segreto per cedere il trasporto pubblico locale della Capitale e il cash flow di Atac alle Fs e avviare così quel processo di ristrutturazione che in Ferrovie ha riportato i conti in ordine e rilanciato il servizio. E chi se non meglio dell'ex sindacalista Moretti, potrebbe prendere in mano la scure e decimare dirigenti, tagliare sprechi e ridurre il costo del lavoro?
Affaritaliani.it svela il progetto, i protagonisti e spiega perché dopo la "cura Alemanno" che ha lasciato azienda e infrastrutture in ginocchio, non c'è giorno in cui non si rischi un disastro ferroviario e la conseguente campagna mediatica in corso. Ma anche l'obiettivo finale.
LA ROMA-LIDO. Già due anni fa sul tavolo di Nicola Zingaretti e dell'assessore Michele Civita, il colosso francese Ratp, attraverso la Ratp Dev, aveva presentato un piano in project financing per ristrutturare l'intera linea che unisce il quartiere di Ostia a Roma, in cambio della gestione e subentrando quindi ad Atac. In attesa di risolvere il problema con la rappresentanza di Sel contraria alle privatizzazioni, la Regione ha chiuso i rubinetti dei fondi per la manutenzione, forte del fatto che il disastro della linea è stato sempre imputato all'Atac ed ha atteso che l'infrastruttura si avviasse verso il collasso.
Nel frattempo i francesi di Ratp non sono rimasti a guardare. Dopo aver colonizzato e risanato la società dei trasporti di Modena, hanno strappato alle Ferrovie l'intero servizio di trasporto pubblico della Toscana che dal prossimo anno (salvo ricorso della Ataf Gestioni, costola di Busitalia al 100% di Ferrovie) avrà un unico gestore invece che venti. Protagonisti della conquista francese due vecchie conoscenze di Atac. Moglie francese e un passato alla Sta, ora Agenzia per La Mobilità, il romano Bruno Lombardi è il manager di Ratp Dev che ha guidato il colosso francese nello shopping italiano. Con lui in qualità di super consulente, Filippo Allegra, già responsabile delle Relazioni Industriali di Atac, poi manager in Tirrenia, quindi ad di Trambus. Allegra, poi è l'inventore del sistema elettronico per la gestione delle gare di Atac, quello attaccato dallo "zorro dei trasporti", l'assessore uscente Stefano Esposito, per denunciare l'assenza di gare. E chi conosce Allegra sa bene che sta sorridendo di fronte alle denunce del senatore-zorro, perché la gestione elettronica degli acquisti è stata un fiore all'occhiello, tant'è che nel periodo di governo del centrodestra romano si sono ben guardati da usarlo..
"Presa" Firenze, i due manager cresciuti a "pane e trasporti" a Roma aspettano solo che Zingaretti e Civita decidano di mettere a gara la Roma-Lido per mettere le mani su una ferrovia che garantisce utili. A patto che si rimetta mano all'infrastruttura e ancor di più con la prospettiva di realizzare il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. E qui entra i gioco l'assessore piemontese. Fanatico difensore della Tav (che guarda caso collega l'Italia con la Francia) Esposito è stato il protagonista della campagna mediatica sui disagi della Roma-Lido. Non ha mai avuto un'idea e un progetto per la gestione dei trasporti e la soluzione dei problemi del traffico ma in compenso si è autoproclamato leader dei pendolari, denunciando per primo ritardi e guasti.
L'ATAC ALLE FS. Anche qui l'assessore che ormai è scaduto come il latte e non ha competenze formali sulla società, è stato un protagonista. Prima ha cercato di far cambiare al Cda di Atac la gara per l'acquisto dei bus, violando ogni regola di autonomia aziendale e rischiando anche grosso con una lettera nella quale dava disposizioni. Uscito sconfitto dalla battaglia contro l'Ad Broggi, Esposito ha chiesto di consegnare le "chiavi software" del sistema di bigliettazione di Atac a Trenitalia, accampando la scusa del biglietto unico per il Giubileo. E la gestione dei biglietti significa moneta sonante, cioè gli incassi giornalieri che tengono in vita la società insieme ai prestiti delle banche e alle garanzie del Comune e quindi un asset fondamentale per la sopravvivenza. Ancora una volta sconfitto, l'assessore è ricorso alla creatività, prendendo la relazione di Atac al Comune sul piano di risanamento in corso nella quale si denunciavano le "malefatte" delle precedenti gestioni e l'ha rigirata contro i manager attuali ai quali è giunta una giusta richiesta dell'Anticorruzione relativamente agli appalto e alla gare del passato.
LA CASSAFORTE ROMA. Ma perché l'attenzione delle Ferrovie dello Stato? Intanto perché le Fs hanno avuto appetiti storici su alcuni depositi dell'Atac, come la sede di via Prenestina che confina proprio con la sterminata area dello Scalo San Lorenzo e poi perché la sconfitta in Toscana di Busitalia la priva di un obiettivo importante. Un'eventuale gara per togliere altri pezzi di servizio all'Atac, troverebbe la Busitalia di Fs pronta con uomini, mezzi e depositi e quindi in vantaggio su tutti i possibili competitor. Quanto vale questo gioco? In Toscana le Fs si sono fatte strappare 4 miliardi di euro spalmati su 10 anni per circa 100 mln di chilometri l'anno, Roma invece il contratto di servizio col Comune è un gioco da 515 milioni di euro l'anno. Per arrivare all'obiettivo di uccidere l'Atac, rimettere in piedi il trasporto pubblico, far dimagrire il costo del lavoro e mandare il sindacato in pensione, ogni strada è buona.