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Roma
Feticista dei tessuti, l'alta moda nel dna. Gli abiti ispirati di Mauro Gala

di Valentina Renzopaoli

Cresciuto tra bozzetti e stoffe della sartoria della zia, ad otto anni ritagliava tessuti, a dieci disegnava schizzi di abiti fantastici, immerso nel sogno di lavorare in un mondo fatto di pailettes, ricami e colori. Mauro Gala ha l'istinto per le forme, lo stile, l'estetica impresso nel dna. Stilista di alta moda, vero artigiano, convinto che la maestrìa sia frutto di esperienza, impegno, gavetta.

Con i suoi abiti da sogno, ha vestito nel giorno più bello della loro vita, giovani spose della nobiltà italiana, ha costruito il look di attrici e personaggi dello spettacolo. Da Maria Grazia Cucinotta a Nancy Brilli a Margherita Buy.
Romano doc di Campo de' Fiori, dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti a via Ripetta, entra nel mondo della moda e si fa le ossa creando costumi per il teatro, per la televisione e la fiction. Lavora con i più importanti maestri della moda italiana, e poi apre il suo primo atelier in via Gregoriana. “Ho iniziato raccogliendo spille e per anni ho rubato con gli occhi. I miei maestri? Moschino, Valentino, Pino Lancetti, lui era un vero artista più che un couturier”.

Da cinque anni la sua “casa” è in via Bocca di Leone. E' qui che le sue clienti si innamorano del suo stile, oltre che dalle sua simpatia e innata semplicità.
Vip, aristocratici, tante donne che vogliono per un giorno sentirsi principesse, e molti stranieri, soprattutto arabi. “Le mie clienti arrivano da ogni parte d'Italia ma anche del mondo, grazie soprattutto al passaparola. Richieste arrivano da parte di sceicchi che vogliono abiti per le loro figlie”, racconta Gala. “Una volta ho dovuto realizzare un abito da sposa per una donna araba che per motivi religiosi non è mai potuta venire di persona a misurarlo. Mi hanno mandato una fotografia ad altezza naturale e tutte le misure dettagliate di ogni centimetro quadrato del suo corpo. E così ho imbottito un manichino riproducendo la silhouette, molto generosa, della ragazza per fare le prove dell'abito. Alla fine era perfetto”.

Ma come nasce un vestito? “Un vestito nasce da un'idea, da un'ispirazione, da un oggetto che attira il mio sguardo, da una persona che passa e possiede qualcosa di particolare. Quando sono in metropolitana, ad esempio, osservo la gente, la svesto e la rivesto secondo il mio gusto”.

Poi si disegna il bozzetto e successivamente si cerca il materiale, il tessuto da utilizzare. E i tessuti sono la grande passione di Mauro Gala: chiffon, toulle di seta, broccati, e il mikado per la sposa: “Sono un vero feticista dei tessuti. La stoffa è tutto ed è pazzesco che molti giovani escano dalle scuole specializzate senza conoscere la differenza tra l'una e l'altra. Il bozzetto dell'abito rende l'idea ma poi è necessario sapere come realizzarlo, ogni tessuto prende una forma”.

Non è un caso che il suo atelier è un via vai di giovani che fanno a gara per ottenere una stage: “Insegnare ai ragazzi è l'unico modo per dare un futuro a questo mestiere che rischia di scomparire. I grandi maestri di una volta non ci sono più e sono quasi scomparsi i laboratori dove i giovani apprendisti potevano imparare le basi del mestiere. A cominciare dal fatto che nell'alta moda anche un orlo si cuce rigorosamente a mano o che tutti gli abiti devono essere necessariamente intelati”.

Gala è membro della giuria di AltaRoma, esaminatore dell'Accademia Altieri, e ospite di molte sfilate ed eventi di moda. Innamorato della sua città ma molto amareggiato per il suo declino. “Roma soffre. Fa fatica ad attirare più il pubblico internazionale di una volta, è l'attenzione dei media che fanno tendenza”, dice. “Ricordo la Roma degli anni Novanta che pullulava di sartorie e di grandi stilisti”.

 

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