Roma
Fiducia a Conte: è la strada per le elezioni di Roma e della altre città
Il capogruppo M5S in Campidoglio, Giuliano Pacetti: “Le elezioni amministrative banco di prova della maggioranza”
di Giuliano Pacetti *
Alla Camera 321 SI contro 259 NO. Al Senato 156 SI e 140 NO. Quelli del voto di fiducia non sono solo numeri, ma il tracciato di un percorso che porterà alle elezioni per il rinnovo dei sindaci, a partire da quelli di Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli e Trieste.
Si riparte tutti dal voto di fiducia ottenuto dal Governo e con un punto fermo: basta ricatti. L’ora della scelta, ai vari livelli istituzionali, è adesso: o si sta dalla parte di Matteo Salvini (che è cosa diversa dalla Lega) e di Giorgia Meloni (l’urlatrice dal pensiero decisamente vuoto), oppure ci si apre ad una stagione politica diversa. Che, beninteso, deve vedere al tavolo persone pronte a presentare le proprie ragioni, ma anche predisposte ad ascoltare quelle degli altri.
Sia a livello nazionale e sia a livello locale. Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, in un momento di straordinaria difficoltà per l’Italia, hanno avuto la forza ed il coraggio di inaugurare un nuovo metodo dello stare insieme, fondato su capacità e fiducia. A loro il merito principale di aver accantonato il Papeete e silenziato l’urlatrice sovranista amica di Bannon, al quale Trump prima di uscire dalla Casa Bianca ha concesso la grazia.
Ricordo che alla base della nascita di questo Governo vi erano due questioni principali: la prima, cambiare noi cambiando l’Europa nel senso della comune solidarietà; la seconda, riformare la legge elettorale in chiave proporzionale. L’Europa, anche se a passo lento, sta tornando allo spirito originario e non è casuale che Germania e Francia abbiano favorito l’arrivo di un consistente fondo che ci aiuti a rilanciarci come Paese. Ora barra dritta sulla modifica della legge elettorale, perché significherebbe il superamento di centrosinistra e centrodestra, che è uno dei temi caro al Movimento5Stelle e un punto di partenza per dare nuove speranze all’Italia.
Dobbiamo essere consapevoli che le prossime elezioni amministrative rappresenteranno un banco di prova importante per la tenuta e le prospettive della coalizione al Governo e una scommessa per vestire il massimo delle fasce tricolore. Le elezioni amministrative del 2016 si ricordano per la voglia di “cambiamento” del Paese: Virginia Raggi e Chiara Appendino, Roma e Torino, furono la base di appoggio che portò il Movimento5Stelle al Governo e alla realizzazione di molti dei nostri temi: dal Reddito di Cittadinanza alla legge Spazzacorrotti, passando per una serie di provvedimenti a favore della collettività. Le elezioni del 2016 fecero dire al PD, a guida Matteo Renzi, che era finita l’epoca dell’arroganza e ad Angelino Alfano che occorreva fare attenzione perché stava nascendo la destra estrema a guida Matteo Salvini.
Oggi lo scenario è cambiato e la contesa è tra chi governa (M5S, Pd e Leu, ai quali si auspica si aggiunga una formazione fatta da coloro che non vogliono morire – politicamente – divorati da Meloni e Salvini) e chi fa opposizione (quelli del no a prescindere, gli sfascisti che sono contro tutto e tutti).
In questo quadro, la politica che si richiama alle forze di Governo, quella fatta da consiglieri comunali e municipali (Roma in primis), da associazioni che si richiamano ai valori costituzionali e da tanta società civile, dovrebbe pensare seriamente al da farsi, rinunciando alle obiezioni nominalistiche che, come è noto, coprono sempre scelte difensive e interessi di parte.
* Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Assemblea Capitolina
e Consigliere delegato dell’Area Metropolitana di Roma