Roma
Fiera di Roma, Giro: “Per pagare i debito la vecchia fiera non basterà”
Francesco Giro interviene sulla variante che ha ridotto le cubature: “Il rischio che nessun investitore possa essere attratto”
di Francesco Giro
Amici di Affaritaliani.it mi trovo alla Fiera di Roma, nei pressi della via Portuense, sulla direttissima Roma-Fiumicino. Si tratta di un grande impianto fieristico ed espositivo, di 390mila mq, più della metà occupati da 14 padiglioni, adibiti per le fiere, per le esposizioni, per i convegni e - da alcuni anni - anche per accogliere i grandi concorsi della Pubblica Amministrazione.
E' un polo realizzato nel 2006, con un grande investimento di 355 milioni di euro, in larga misura assistito dal credito bancario, un mutuo di 200 milioni dell'allora Banca di Roma, oggi UniCredit. Sull’investimento purtroppo grava oggi un debito, oneri passivi verso UniCredit, per circa 180-190 milioni. Questo è un progetto, il cui titolare è una società, la ex Fiera di Roma s.p.a. oggi Investimenti s.p.a., con la partecipazione della Camera di Commercio al 60% circa, il Comune di Roma e la Regione Lazio, entrambi al 20% circa. Si tratta quindi delle maggiori istituzioni produttive e politico-amministrative della nostra Regione e della nostra Capitale. Questo progetto, nato 14 anni fa, con la realizzazione di 14 padiglioni, prevedeva però una subordinata, ossia la valorizzazione e la vendita, della vecchia Fiera di Roma.
Il destino della Nuova Fiera di Roma era dunque legato strettamente al destino della vecchia Fiera di Roma, che doveva essere valorizzata e venduta attraverso un’operazione immobiliare importante che prevedeva un intervento complessivo su un'area di 75mila mq occupata allora da 44mila mq dei vecchi edifici. Ma bisognava per questo pensare, progettare e promuovere una variante urbanistica che è finalmente intervenuta dopo lunghi anni di abbandono e di degrado dell’area.
Questa variante inizialmente era prevista di 67mila mq da edificare. Successivamente questa variante è stata modificata dalla giunta attuale, la giunta della Raggi, e la superficie utile lorda costruibile è stata ridotta dai 67mila mq inizialmente previsti dalla giunta di Ignazio Marino ai 44mila mq deliberati prima di Natale, che sono peraltro quelli esistenti, costruiti e attualmente abbandonati nel degrado più assoluto. Questo stato di abbandono, indipendentemente da ogni tipo di discorso, è inaccettabile. Io sono ottimista, ma questa volta temo di dover vedere il bicchiere mezzo vuoto, perché una superficie utile lorda costruibile di 44mila mq rischia di non attirare nessun investitore che dovrebbe, con il suo investimento, ripagare il debito e liquidare al Comune di Roma gli oneri concessori. Cerchiamo nonostante tutto di essere ottimisti. Ora partirà un concorso internazionale di idee per il masterplan. Ripeto la variante è molto modesta e rischiamo di vedere la vecchia Fiera di Roma, che è sulla Cristoforo Colombo di fronte alla Regione Lazio, nelle condizioni in cui la vediamo da circa vent’anni, ossia abbandonata, degradata peraltro abitata abusivamente da famiglie senza tetto che non dovrebbero stare lì.