Roma
Fisco e tasse, l'Europa condanna l'Italia per i controlli di GdF e Entrate
La boutade del" Fisco amico": la Corte dei diritti dell'Uomo dà ragione ai contribuenti
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Fisco e tasse, l'Europa condanna l'Italia per i controlli di GdF e Entrate
Senza che la politica proferisca almeno una parola, nei giorni scorsi la Corte Europea dei diritti dell'Uomo ha condannato senza riserve l'operato dei controllo esercitati dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Entrate nei confronti dei contribuenti italiani.
Così vengono calpestati i diritti
E così mentre la stessa politica si accapiglia sui paesi sicuri e sul Generale Libico, scopriamo - ma il nostro giornale lo ha sempre affermato - che l'Italia è un posto dove se cadi nelle maglie della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle Entrate i tuoi diritti sono calpestati. Nessuna parola dal novello Cavour, Ex direttore della Agenzia delle Entrate, elevato ora addirittura a grande federatore del Centro.
Il caso dei crediti per Ricerca e Sviluppo
Basti pensare alla vergogna dei controlli che da mesi vengono inflitti a piccole e medie imprese sui crediti da Ricerca e Sviluppo. Un esercito di funzionari, perlopiù con licenza superiore e promosso sul campo dirigente, viene inviato presso le aziende a dichiarare crediti inesistenti milioni di soldi spesi della aziende in Ricerca, con tanto di collaborazioni con Università e Enti di Ricerca, attestazioni fatte da decine di migliaia di professionisti perbene. Per lo Stato sono tutti truffatori che devono essere colpiti con sanzioni che sono il 200 per cento dell'imposta, roba da Medioevo.
Il giallo degli avvisi di pagamento senza notifica
Vogliamo parlare degli avvisi di pagamento che l'Agenzia addebita alle aziende senza la notifica?
Invece di riconoscere l'errore e consentire all'Azienda di mettersi in regola con una rateizzazione, lo scopo è al contrario quella di metterla nell'angolo e costringerla al pagamento e al fallimento. Le norme fiscali che questo governo ha varato fanno la stessa fine dei centri in Albania. La norma consente di fare la transazione fiscale nell'ambito di una procedura consensuale della crisi di impressa, nessun funzionario si prende la briga di firmare con la scusa di un possibile procedimento della Corte dei Conti.
Ora di fronte a questa sentenza, i tanti europeisti che ci sono in giro dove sono? Perché nessuno grida allo scandalo e chiede con urgenza un cambio di passo democratico nei rapporti con il fisco? Non si tratta di fisco amico ma di semplice buon senso e abbandono dell'arroganza che questo uffici trasudano da ogni poro.