Roma

Fiscon, Coratti, Pedetti, Tassone e Turella: ecco chi rimane in carcere

Per alcuni di loro era già partito il conto alla rovescia: le misure cautelari erano in scadenza, ma ora, dopo il provvedimento di sospensione dei termini di custodia, deciso dai giudici della decima sezione penale del Tribunale di Roma, la clessidra si ribalta e si ricomincia (quasi) da capo. Ad avere la peggio sono gli imputati accusati di reati che non comprendono né l'associazione mafiosa né l'aggravante dell'articolo 7.
Tra i nomi eccellenti Giovanni Fiscon, ex direttore generale dell'Ama, accusato di corruzione e turbativa d'asta. Per lui il legale Salvatore Sciullo aveva richiesto il rito abbreviato, negato dal gup Criscuolo che l'aveva invece catapultato nel maxi procedimento. La misura cautelate per lui scadeva fra pochi giorni, nel mese di maggio.
A maggio era fissata la scadenza anche per Pierpaolo Pedetti, ex presidente della commissione Patrimonio e politiche abitative, esponente del Pd. Secondo l’ordinanza, esisteva una intesa tra lui, Buzzi e Brigidina Paone, collaboratrice dell’assessorato alla Casa, per “garantire in sede di dismissione del patrimonio del comune di Roma, condizioni di favore per le cooperative di Buzzi”.
Tra i più “buggerati” c'è anche l'ex presidente dell'Assemblea capitolina Mirko Coratti: secondo l’accusa sarebbe stato a libro paga di Mafia capitale e avrebbe ricevuto dieci mila euro da Buzzi solo per concedergli un incontro. Sarebbe tornato a casa il prossimo agosto. Come lui anche l'ex presidente del municipio di Ostia, Andrea Tassone, dimessosi dall'incarico dopo essere accusato di rapporti opachi con Buzzi.
A rimanere in carcere pure Claudio Turella, ex direttore del Servizio Giardini. Secondo l'impianto accusatorio Buzzi avrebbe ottenuto appalti come la manutenzione delle aree verdi nelle ville storiche e la riqualificazione di alcuni piccoli parchi, come quello di Colle Oppio e di piazza dell’Esquilino, proprio grazie a Turella.