“Fiumi e canali inquinati, turisti in fuga”. Legambiente lancia l'allarme
L'associazione ambientalista presenta il dossier sullo stato delle coste del Lazio
Fiumi e canali inquinati, turisti in fuga dal litorale. E' l'allarme che arriva da Legambiente Lazio, che presenta gli allarmanti risultati del nuovo monitoraggio delle acque.
La Goletta Verde dell'associazione ambientalista sbarca sulle coste del Lazio, denunciando l'allarmante situazione di foci e canali al collasso. Il monitoraggio, eseguito da una squadra di tecnici di Legambiente tra 20 e il 23 giugno 2017, ha preso infatti in considerazione il campionamento dei punti critici scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini. Sono state quindi prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge. Situazioni che sono spesso i veicoli principali di contaminazione batterica, dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. Dei 23 punti monitorati lungo le coste, ben undici sono risultati con valori inquinanti elevati. Per nove di questi il giudizio è di “fortemente inquinato” e non c'è alcun segno di miglioramento, ma, anzi, peggiorano di anno in anno. Alla testa di questa speciale classifica ci sono per l'ottavo anno consecutivo la foce del Fosso Grande ad Ardea e quella del fiume Marta a Tarquinia, risultati fortemente inquinati. Allarme rosso a Roma e provincia, dove quasi ogni fiume o rivolo scarica materiali fecali.
Dei dodici punti monitorati della provincia di Roma ben nove presentano infatti valori di inquinanti elevati, sette di questi ricevono invece il giudizio di fortemente inquinati: alla foce del fosso Zambra (Certeveri); foce fiume Arrone (Fiumicino); foce fiume Tevere (Ostia); foce Rio Torto e foce del fosso Grande (Ardea); foce del fosso Cavallo morto (Anzio); foce del porto canale Loricina (Nettuno). Due i campionamenti effettuati in provincia di Viterbo, entrambi con pessimi risultati: fortemente inquinato quello alla foce del fiume Fiora a Montalto Marina, e inquinato quello alla foce del fiume Marta al lido di Tarquinia. Migliore la situazione nella provincia di Latina, dove i prelievi sono quasi sempre entro i limiti.
Scatta così l'appello anche degli esperti, con l'intervento di Cristina Patrizi, dirigente nazionale Sindacato Medici Italiani: “L'esposizione ad ambienti non salubri aumenta l'eventualità di un rischio sanitario, specie per i bambini. Sono loro a contrarre le maggiori infezioni, ingerendo spesso per i errore liquidi tossici sia per la cute che per gli occhi. Per questo ci siamo schierati al fianco di Legamabiente, concordando un decalogo dedicato ai bagnanti. Un vademecum sui comportamenti da tenere per rispettare il mare e tutelare la propria salute, tenendo conto delle minacce di inquinamento e sanitarie presenti lungo le nostre coste”.
Dati allarmanti quelli presentati dall'associazione ambientalista, che lancia l'appello alle amministrazione per salvare il mare e l'economia turistica della Regione. E' infatti Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio, e Serena Carpentieri, a puntare il infatti sull'inefficienza dei Comuni e a lanciare un monito anche sulle conseguenze economiche del fenomeno: “Siamo convinti che il mare del Lazio sia una risorsa fondamentale, per questo dobbiamo puntare a migliorare la qualità del mare. Abbiamo infatti riscontrato il collasso e l'abbandono di alcune città tipicamente marittime, con una vera e propria fuga dei turisti”.