Roma
Fiumicino, cuccioli di delfino lungo la costa: ma l'acqua resta inquinata
Prosegue il progetto Delfini Capitolini: Oceanomare Delphis e il progetto per la salvaguardia della specie
di Diana Maltagliati
Tornano i delfini lungo le coste di Fiumicino e Ostia: oltre a cercare cibo nella zona, ora questi cetacei l'hanno scelta per accoppiarsi e far nascere i cuccioli. Ma gli esperti avvertono: “Non lasciatevi ingannare, l'acqua resta inquinata”.
Tre anni fa la Onlus Oceanomare Delphis ha lanciato il progetto Delfini Capitolini per la salvaguardia e il monitoraggio del delfino tursiope, la specie che più comunemente si può incontrare in cattività nei grandi acquari o all'interno dei parchi acquatici.
Grazie al lavoro di un team di ricercatori, sono stati più di 150 gli esemplari censiti nella fascia costiera tra Fiumicino, Ostia, Torvaianica e le Secche di Tor Paterno. Solo nel 2017, Oceanomare ha realizzato 48 missioni percorrendo 990 miglia lungo la costa e avvistando 19 gruppi di delfini, per un totale di 48 esemplari fotografati. Di questi, 40 erano “vecchie conoscenze” di Oceanomare, mentre 8 delfini si aggiungevano alla lunga lista dei nuovi avvistamenti.
I ricercatori hanno trascorso in un anno oltre 170 ore in mare, scattando 46mila fotografie per ampliare il censimento dei tursiopi. Affaritaliani ha parlato con Lisa Stanzani, ricercatrice per Oceanomare Delphis e laureata in Scienze del Mare alla Sapienza di Roma.
Come funziona il vostro lavoro sul campo?
“Si tratta di un'identificazione tecnica molto particolare per “foto-cattura”. Il catalogo viene stilato fotografando gli animali e confrontando i dati che ne risultano con le uscite precedenti. Ogni delfino possiede una pinna con caratteristiche univoche: confrontando le foto in team possiamo capire se uno stesso esemplare è già stato inserito nel nostro elenco. Non esistono software che possano sostituire il lavoro umano, per questo dobbiamo analizzare gli scatti più volte e il lavoro diventa lungo, per limitare al minimo gli errori”.
Il vostro catalogo raccoglie già più di 150 esemplari di delfino tursiope, significa che questi animali vivono davanti alle coste di Fiumicino e Ostia?
“No, non dobbiamo immaginarci 150 delfini che nuotano contemporaneamente intorno a Ostia. Per capire se si tratta di delfini “residenti” ci vogliono più di 3 anni di studio e questo lo potremo sapere solo continuando la ricerca. Ma nulla è da escludere, soprattutto perché ci sono stati casi di animali foto-catturati già 6-7 volte in 3 anni e questo di sicuro è indice di alta fedeltà all'area”.
Sono molti i cuccioli che riuscite a vedere durante le vostre missioni?
“Sì, ne abbiamo visti diversi. Nell'ultimo anno addirittura ci sono stati 3 casi di new born con ancora le pieghe fetali, che significa che i piccoli erano nati nei precedenti 10 giorni”.
Quindi i delfini stanno scegliendo l'area davanti a Fiumicino per partorire?
“Esatto. Oltre a utilizzare la zona per nutrirsi e accoppiarsi, l'hanno scelta anche per far nascere i cuccioli. E come per gli esseri umani e per tutti gli altri animali, il luogo dove partorire viene stabilito con accuratezza. Ci sono fattori che non devono mancare: il cibo, la sicurezza e l'assenza di predatori. Ovviamente dobbiamo continuare le ricerche per capire se l'area è stata selezionata perché particolarmente buona o perché, al contrario, le zone limitrofe o quelle utilizzate in precedenza sono diventate meno sicure”.
È possibile che la zona sia stata scelta perché meno inquinata?
“Purtroppo no, il fatto che il mare davanti a Ostia e Fiumicino sia inquinato è un dato di fatto. Certamente però se i delfini l'hanno scelto per la riproduzione, il pesce non manca... altrimenti avrebbero cercato cibo altrove. Ho letto articoli in cui si affermava che i delfini sono tornati perché l'acqua è più pulita, ma non è così”.
I pescatori della zona sono molto allarmati per la quantità di rifiuti in mare e per l'inquinamento in generale. Anche per voi è lo stesso?
“Il nostro lavoro è molto diverso da quello dei pescatori. Probabilmente loro hanno lanciato l'allarme perché hanno notato una diminuzione del pesce. Noi siamo di sicuro preoccupati per l'inquinamento, ma i delfini, che sono 'top predator', rimarranno finché c'è pesce da cacciare”.
Oceanomare Delphis si avvale della collaborazione della Capitaneria di Porto di Roma e della Guardia Costiera, ma voi chiedete un aiuto da parte di tutti, esatto?
“Sì, noi lavoriamo anche tanto con le segnalazioni di pescatori, turisti e sub. La cosa migliore per noi sono le segnalazioni in tempo reale al numero: 348 5934685. Questo rappresenta un aiuto concreto al progetto Delfini Capitolini e alla salvaguardia del patrimonio marino. Ci sono state diverse chiamate in cui ci segnalava la presenza di grandi cetacei nell'area in prossimità di Fiumicino e Ostia. Ovviamente quando sono persone comuni a contattarci, va tutto accertato”.
Oltre al tursiope voi avete incontrato altri cetacei?
“Abbiamo avvistato una stenella (un cetaceo della famiglia dei delfinidi), ma si trattava di un esemplare che presentava parecchi parassiti ed era rallentato”.
Nessun grosso cetaceo?
“No, ma la ricerca è iniziata in maniera sistematica e continuativa appena nel 2015 e per ora abbiamo solo una piccola barca che non ci permette di allontanarci come vorremmo dalla costa. L'obiettivo è quello di raggiungere le 12 miglia. I ricercatori della nostra associazione che lavorano a Ischia, invece, hanno a disposizione un veliero storico del 1930, che permette loro di allontanarsi di più dalla zona costiera e di monitorare un'area molto più ampia. Quel progetto è attivo da 25 anni e lì vengono monitorate tutte le specie di cetacei del Mediterraneo. Oltre ai mezzi, sono anche le caratteristiche morfologiche di quell'area a permettere l'avvistamento di altre specie oltre a quella dei delfini”.
Qual è il passo successivo della vostra ricerca?
“Il prossimo step sarà quello di contattare gli altri piccoli gruppi di ricerca che hanno effettuato studi simili al nostro in altre zone, per incrociare e confrontare i dati acquisiti. Il delfino tursiope è infatti un animale costiero, ma si sposta tantissimo”.