Fiumicino, la città riparte dalla terra: l'oro del litorale è nell'agricoltura
Luca di Giulio, esperto di credito alle imprese, propone un piano di sostegno per contadini e aziende agricole
di Diana Maltagliati
Agricoltura, pesca e allevamento: l'oro di Fiumicino si nasconde nelle cose più semplici, nella terra e nel mare, e dà lavoro e futuro a molti degli 80 mila abitanti della cittadina sul litorale.
Fiumicino non è solo il suo aeroporto. Nonostante si tratti di uno degli hub più importanti d'Europa, chi conosce il territorio sa che le ricchezze e le potenzialità sono molte di più. Luca di Giulio, esperto di credito alle imprese con un passato come consigliere della Provincia di Roma e Assessore ai Lavori Pubblici di Fiumicino, ha spiegato ad Affaritaliani cosa servirebbe per valorizzare il litorale.
Fiumicino è piena di perle nascoste. Quali sono le vere ricchezze della zona?
“Le potenzialità del territorio sono straordinarie grazie alla sua posizione geografica: dal punto di vista agricolo è una delle realtà più produttive d'Italia, ma anche per quanto riguarda l'allevamento è un polo importante, infatti abbiamo una produzione di latte notevole sia dal punto di vista della qualità che della quantità. Poi c'è il mare, che oltre al discorso legato alla pesca, è un'attrattiva turistica fortissima, grazie anche agli stabilimenti balneari. Le potenzialità sono enormi, ma sono tante le difficoltà di gestione”.
Cosa si potrebbe fare per aiutare e sostenere gli agricoltori?
“Credo che una buona idea sarebbe quella di creare un brand pubblico e privato. Grazie al sostegno della parte pubblica potremmo commercializzare meglio i prodotti delle nostre campagne. L'amministrazione di Fiumicino darebbe una certificazione di qualità e aiuterebbe a selezionare i prodotti giusti da lanciare. Poi il flusso turistico farebbe il resto. I visitatori verrebbero a contatto con ciò che proviene dalle nostre campagne e dai nostri allevamenti: ottimi prodotti a chilometro zero. Il mondo agricolo sta vivendo delle difficoltà e andrebbe aiutato”.
Fiumicino attira davvero i turisti o i visitatori passano solo dall'aeroporto?
“Sicuramente passano dall'aeroporto, si tratta infatti di uno degli hub internazionali più importanti. Ma poi avendo il mare, in migliaia vengono qui nel periodo estivo, anche grazie alla vicinanza con Roma. Purtroppo ora c'è il grande nodo dell'erosione delle spiagge e l'amministrazione Montino è colpevole di un grave ritardo. Nulla è stato fatto in questi 5 anni. Stiamo vivendo una situazione così drammatica che la stagione turistica rischia di essere messa in discussione. Avendo rapporti con la Regione anche per ragioni di appartenenza politica, la giunta avrebbe potuto fare di più. Gli operatori turistici sono fortemente arrabbiati”.
L'aeroporto è una potenzialità o l'ennesimo problema da gestire?
“L'aeroporto è storicamente sempre stato una grandissima opportunità per la città di Fiumicino dal punto di vista sociale ed economico. Il problema è che noi abbiamo sempre subìto l'aeroporto, non avendo mai avuto un'amministrazione così autorevole da saperlo gestire”.
Cosa significa che subite l'aeroporto?
“Ci sono disagi dal punto di vista ambientale per Fregene e Maccarese, poi i benefici che ne risultano sono pochissimi. L'aeroporto dovrebbe essere un polo immenso d'occupazione, invece i livelli di disoccupazione di Fiumicino sono gli stessi del resto d'Italia. Anche in questo caso l'amministrazione non ha avuto la capacità di ottimizzare una possibile risorsa”.
Ampliamento dell'aeroporto sì o ampliamento dell'aeroporto no?
“Ad oggi non ci sono proprio le condizioni per ampliarlo. Poi nel nostro territorio non dobbiamo mai dimenticarci che non c'è soltanto l'aeroporto, ma tutta una realtà portuale molto importante, imprenditori legati all'ambito delle autostrade e realtà produttive legate al mondo dell'agricoltura. Il problema è che non c'è un'amministrazione autorevole con la quale poter sviluppare un percorso per portare benefici alla comunità”.
E che mi dice dei trasporti?
“Se si prendono i mezzi pubblici nella parte nord del territorio, per arrivare a Fiumicino bisogna calcolare di impiegarci 2 ore di tempo. Oggi si pensa di realizzare un auditorium a Fiumicino senza valutare che sarà impossibile da raggiungere per tutti coloro che abitano nelle località a nord. Quindi si tratta di una struttura che una grande fetta dei residenti non utilizzerà mai”.
Lei è stato assessore di Fiumicino, cosa rende questa città così difficile da amministrare?
“Bisogna tener conto della giovane età del Comune, che si è costituito nel 1992. La particolarità di Fiumicino è che ha 14 località distinte e che, anche per colpa dell'attuale amministrazione, sono distanti sia in termini geografici che in termini sociali. La difficoltà quindi è quella di gestire questo grande territorio che al suo interno ha specificità molto diverse”.
Cosa ha portato queste 14 località ad essere tanto disgregate?
“Il fatto che questa amministrazione sia stata sostanzialmente assente e non abbia creato il senso di appartenenza necessario. Si è trasformata in una guerra tra poveri: tutti stanno cercando di conquistare qualcosa per la propria località senza tener conto di una visione più ampia. Manca, come le dicevo, un senso di appartenenza, ma soprattutto di orgoglio per la città di Fiumicino”.
Questo comporta problemi concreti?
“Certamente. In certe località addirittura mancano i servizi primari. Ci sono località che rivendicano ancora l'acqua potabile. C'è tutta la zona al nord del territorio, quindi Tragliatella e Tragliata, che è ancora senza la potabile. Un disservizio idrico del genere, nel 2018, è di una gravità inaudita.Nella parte estrema del comune, che è una zona prettamente agricola, sono assenti le reti fognarie pubbliche. Dove ci sono le fogne, invece, non sono di qualità e ancora oggi ci sono grossi problemi appena scoppia un temporale”.
Quali sono le urgenze?
“Bisogna pensare innanzitutto di porre al centro di ogni azione l'uomo, quindi si deve partire dai servizi primari. Poi bisogna fare un discorso di sicurezza legato alla persona, che va dall'aspetto sanitario, fino all'occuparsi della mini-criminalità. Infine servono tutte quelle strutture ricettive di aggregazione necessarie per una naturale e buona crescita”.
Oltre alla mancanza di autorevolezza, ci sono stati anche veri e propri errori di gestione da parte di Montino?
“Lo dico da cittadino: questa amministrazione si è caratterizzata per l'assenza. Non c'è stata proprio partecipazione e i cittadini non sono stati coinvolti. Ora è il momento dai proclami e del 'faremo, faremo', ma sono passati 5 anni e di risultati non c'è traccia. Sono stati 5 anni buttati”.
La sfido: riconosca almeno un merito a Montino
“Onestamente non ce ne sono. Sono deluso perché vista la sua esperienza immaginavo un risultato migliore”.
Nemmeno sulla questione rifiuti?
“No, anzi! Noi abbiamo una città sporca sia nei centri urbani, che fuori dai centri urbani. Sicuramente questo è dovuto anche dall'inciviltà dei cittadini, non lo metto in dubbio, ma i rifiuti sono sparsi ovunque e l'amministrazione non fa nulla. Buste di plastica e relitti buttati sul ciglio della strada: la situazione è raccapricciante. Noi, come comitati locali, abbiamo più volte denunciato la condizione del territorio, ma non siamo stati mai ascoltati”.
Le piste ciclabili, invece?
“Siamo nell'ordinario, è una scelta dell'amministrazione. Sicuramente si tratta di una cosa utile, però onestamente prima di investire su piste ciclabili o altro mi sarei preoccupato di dare i servizi fondamentali ai cittadini”.
Il suo sogno per Fiumicino?
“È quello di trasformare questo paese in una città e soprattutto di creare uno spirito di appartenenza. Lei deve sapere che quando a un cittadino di Fiumicino viene chiesto di dov'è, lui risponde col nome della località e mai 'sono di Fiumicino'. Per fare questo serve una buona amministrazione. Dobbiamo arrivare ad essere orgogliosi di essere residenti a Fiumicino”.
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