Roma
Fiumicino, negozi in cambio di opere pubbliche. La delibera “baratto”
Il Comune di Fiumicino acquista dal Gruppo Caltagirone locali sfitti a 2.900 mq
Opere pubbliche mai realizzate barattate dal Comune con locali commerciali valorizzati a prezzi di mercato.
A Fiumicino, precisamente a Parco Leonardo, il gigante dai piedi di argilla del progetto di una città firmato dal Gruppo Leonardo Caltagirone che sognava una città del futuro, va in scena una follia urbanistica che premia il privato.
A meno di due mesi dalle elezioni per il rinnovo di sindaco ed esecutivo, la Giunta Montino non trova soluzione migliore all'assenza delle opere di urbanizzazione previste dal progetto che “barattarle” con i locali commerciali sfitti che il Gruppo ha ancora di proprietà all'interno del Parco con un'operazione border: invece di riscuotere le fidejussioni a garanzia delle opere di urbanizzazione previste dal progetto iniziale (il piano particolareggiato 231), dopo anni di attesa, ha deciso di passare al baratto.Traduzione: l'intero quartiere che avrebbe dovuto avere in cambio dell'edificabilità un centro medico, un centro amministrativo, un centro sociale, un centro congressi e la riqualificazione della parte horribilis della via Portuense, si ritroverà una serie di negozi nei quali dovrà investire per adattarli alle esigenze “sociali”, oppure diventare proprietario di un negozio da adibire a chissà cosa.
La storia ricorda un po' l'epilogo di piazza dei Navigatori a Roma e comincia nel luglio del 1998, quando una delibera regionale approva la variante che permette la nascita del gigante della via Portuense con vista sull'autostrada di Fiumicino. In cambio del cemento, il consorzio che dà il via ai lavori si impegna a realizzare opere di urbanizzazione per circa 95 mln di euro che salgono poi a 125 mln e spiccioli. Le opere “primarie” vengono realizzate mentre le secondarie attendono l'arrivo della crisi del mattone che blocca le vendite del complesso e di fatto anche il completamento delle opere. Così dopo una prima proroga della convenzione tra Comune e Consorzio, quest'ultimo nell'agosto 2016 (quattro mesi prima della scadenza) chiede una seconda proroga con scadenza nel 2023 bloccando lavori che avrebbe dovuto già realizzare per circa 6 mln di euro.
Così la Giunta Montino “inventa il baratto di Parco Leonardo”, inserendo nella delibera approvata lo scorso 13 marzo, l'acquisizione di locali commerciali in cambio dei cantieri, in virtù di una legge regionale soprannominata “salva costruttori”, esattamente la legge 20 del 2014. Ovviamente tutto legale, se non che il Comune ora si ritroverà locali commerciali ai quali dovrà dare una destinazione e un allestimento rispetto alle funzioni previste.
Post Scriptum: i locali sfitti il Comune li acquisirà al prezzo di 2900 euro a metro quadro. Come se fossero nel centro di Roma. Un business lungimirante. Un primato da campioni dopo 15 anni di attesa.
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