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Roma
Fondi del partito spariti, Lusi accusa. Rutelli: "Quattro anni di calunnie"

"Dopo oltre quattro anni di ladrocinio, sono arrivati quattro anni di calunnie. Ma questa vergogna si ribalta su chi l'ha orrendamente architettata. E si ribalterà, nelle aule di giustizia, su chi l'ha amplificata, pur sapendo perfettamente che di miserabili calunnie si tratta". Così Francesco Rutelli replica alle affermazioni rese da Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita già condannato in primo grado a 8 anni di reclusione per l'appropriazione indebita di quasi 27 milioni di euro del partito ormai disciolto.

L'imputato ha reso dichiarazioni spontanee davanti alla Corte d'Appello e ha sottolineato come non sia pensabile che un singolo tesoriere possa aver preso decisioni di spesa per centinaia di milioni. "L'affermazione ascoltata e ripetuta da alcuni leader della Margherita - ha detto l'ex senatore - ma sempre e ossessivamente da Francesco Rutelli, secondo la quale nel partito il solo tesoriere può aver autonomamente assunto ogni decisione di spesa per 214 milioni di euro, per undici anni, non solo non è credibile ma non sarebbe neanche materialmente realizzabile".

"Lusi non ha fatto che ripetere insensatamente tutte le affermazioni già rese nell'ambito del procedimento di primo grado - spiega Roberto Montesi, Presidente del Collegio dei Liquidatori de La Margherita in Liquidazione - affermazioni puntualmente contraddette dalla difesa della Margherita, dalle testimonianze acquisite e dalla documentazione prodotta e che hanno determinato non solo una condanna in primo grado ad otto anni di reclusione, ma anche il reato di calunnia nei confronti di Francesco Rutelli. E’ l'ennesimo tentativo dell'ex-tesoriere che nulla aggiunge ne' potrebbe mai aggiungere dal punto di vista processuale rispetto a ciò che è stato vagliato nel corso del procedimento a suo carico".
"E' di fondamentale importanza - prosegue - ricordare che lo stesso Lusi con dichiarazioni rese nel procedimento presso la Corte dei Conti, aventi natura confessoria (ex articolo 2733 del Codice Civile) ha affermato la sua diretta ed esclusiva responsabilità circa le sottrazioni di denaro pubblico destinato per legge ad attività funzionali alla politica del partito 'La Margherita'. E’ evidente la contraddizione e la strumentalità con cui Lusi propone le diverse versioni dei fatti accaduti.
Infine con riferimento alla volontà restitutoria da parte di Lusi dei beni sottratti, come peraltro ribadito nell'ambito del procedimento di primo grado, i liquidatori della Margherita non hanno mai potuto prendere in considerazione le proposte del Lusi, in quanto parziali e accompagnate da una richiesta di definizione tombale delle giuste richieste della Margherita nonché dall'affermazione di aver agito in forza di un mandato fiduciario mai conferito al Lusi. I liquidatori ricordano comunque che tutti i beni del Lusi, in Italia e in Canada, sono stati posti sotto sequestro dall’Autorità Giudiziaria e, pertanto, una volta terminato il processo saranno a garanzia dei diritti della Margherita che potrà procedere nell'esecuzione delle proprie pretese per poi donare tutto il ricavato allo Stato come deliberato dall'Assemblea Generale del partito all'atto della sua messa in liquidazione".

La sentenza di secondo grado per Lusi è attesa per il prossimo 31 marzo.

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