Roma

Fontana di Trevi, si pagherà ma solo nel catino: niente panini, gelati, tuffi e bagni. Si pensa agli steward

Fabio Carosi

Diventa una “soap” il progetto di numero chiuso per la celebra fontana. Scartati i tornelli e i caselli, il Comune verso l'ipotesi stadio

Fontana di Trevi, 29 euro per visitare i sotterranei dove si recano in pochi al museo dell'acqua e presto 2 euro per entrare nel catino, cioè scendere le scale che separano dal piano strada e avvicinarsi all'acqua. Forse. Dopo gli annunci clamorosi di blindatura e numero chiuso, il Comune di Roma rallenta la marcia e riduce lo spazio ipoteticamente a pagamento alle scale e al piano della balaustra.


Nel frattempo la notizia del numero chiuso ha fatto il giro del mondo e l'assessore Alessandro Onorato, invece ha fatto i conti sulle difficoltà di gestione di afflusso, deflusso, pagamento per turisti e ingresso gratis per i romani. “Tutte le istituzioni – dice Onorato – dal Comune alla Sovrintendenza e al Primo Muncipio – sono d'accordo”, poi però precisa, puntualizza e spiega che l'accesso limitato sarà solo intorno alla fontana, “mentre chiunque vuole poi potrà vedere la Fontana a distanza e fotografarla".

Il ticket piace a tutti perché solo per accedere alle scale

Insomma, il ticket piace a tutti, da i commercianti della zona che hanno “consigliato” all'assessore di non trasformare l'intera piazza in un luogo a pagamento, ma ai romani no. E più d'uno si è lamentato sui social della Capitale ormai trasformata in un a gigantesca sala giochi, invivibile per i cantieri e con una serie di bellezze trasformate un un juke box, dove i turisti mettono i soldi e tirano la leva per rimpinguare le casse del Ministero dei Beni Culturali, la Santa Sede e il Comune di Roma”.

Dopo gli annunci la fattibilità

Dietro gli annunci, però, il Comune di Roma, ha ben chiare le difficoltà di contingentare l'accesso alle scale e alla balaustra e, scartata l'ipotesi del “casello” o di qualsiasi metodo digitale legato a un tornello, sta per far uscire dal cilindro il coniglio degli steward. Spiega sempre l'eccitatissimo assessore Onorato: “E vogliamo evitare anche che i visitatori possano mangiare sugli scalini, un panino o un gelato, o peggio che possano buttarsi in acqua. L’incasso verrebbe reinvestito per la tutela del monumento e per assumere personale che garantirebbe la sicurezza e gestirebbe il flusso, creando così nuovi posti di lavoro”.

Una legge e una gara per selezionare la società di sicurezza privata

Insomma, per ora ticket e numero chiuso sono un'idea di fine estate densa di difficoltà: come accadde per il Colosseo, occorre una legge dello Stato che dia al Mibact l'onere di definire l'area, l'impatto sul monumento che si combatte col Colosseo il primato del più conosciuto al mondo, la tariffa certa, le modalità di attuazione ed eventualmente una gare per selezionare gli steward sul modello degli Stadi. Quindi le divise, la formazione e i turni h24, anche quando piove o nevica. A meno che di non inserire nella legge anche la chiusura della fontana.


 

Asia GIanese, la creator di Onlyfans che ha sfidato la multa da 450 euro

Molto più semplice adottare la delibera che tutela la scalinata di Trinità dei Monti e ritoccare il regolamento di Polizia Urbana e la tariffa per chi si tuffa. Oggi fare il bagno costa 450 euro. Poca roba rispetto alla fama che si conquista col tuffo vietato come insegna la stellina di Onlyfans Asia Gianese che lo scorso 8 giugno si è tuffata e ha chiesto aiuto ai suoi follower “per pagare la cauzione da 30 mila euro”. Poi ha scoperto che la multa per un bagnetto nell'Acqua Vergine era irrisoria rispetto ai vantaggi di marketing”. E quella dell'assessore ad oggi sembra un'idea proprio di marketing turistico.