Roma

Forza Italia, Europee da paura: nel Lazio la Lega fa shopping di politici

Il coordinatore regionale Fazzone scopre la crisi del partito e chiede la rivoluzione in Forza Italia

Succede solo in Forza Italia. E solo nel Lazio dove, dopo anni di indiscussa reggenza del senatore Claudio Fazzone come coordinatore regionale scelto dal duo Tajani-Berlusconi, lo stesso Fazzone alza la voce e chiede cambiamento e più democrazia nel partito.

 

Insomma, colui che ha organizzato la vita del partito scopre come folgorato sulla via di Damasco che gli azzurri così non possono andare avanti e chiede una rivoluzione organizzativa. Lo fa in una lunga intervista al quotidiano locale Latina Oggi, nella quale elenca una ad una le “malattie” di un partito che aspetta ancora i congressi e al quale solo la vittoria in Abruzzo, in partnership con Fratelli d'Italia, ha dato un po' di respiro.

Ma a leggere bene le parole del “signore di Fondi”, sembra di assistere ad una giravolta. L'analisi del senatore non è altro che una “sintesi estesa” del programma rivoluzionario che la base aveva presentato lo scorso gennaio nella lettera a Tajani con cui i consiglieri Aurigemma, Palozzi e Cicciarelli avevano chiesto l'azzeramento dei vertici regionali, cioè la testa di Fazzone. E che come replica il senatore? Gira più o meno il testo della lettera e sposa la linea della base contro se stesso, come se le accuse mosse dal territorio, in realtà fossero una sua scoperta.

Ma alla base della giravolta di Fazzone c'è la paura che la Lega possa fare shopping elettorale, puntando ad includere amministratori locali di peso che hanno già dichiarato simpatie nei confronti del partito di Salvini. E visto che la Lega ha il vento in poppa, la tentazione di salire sulla ruspa è fortissima. Come nel caso del sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani per il quale l'ingresso tra i salviniani è solo in attesa di una formalizzazione.

Fazzone descrive Ottaviani come “un deluso” e approfitta per mandare un messaggio al vicepresidente del partito: “Io sono leale ma non condivido il modo con cui viene gestito il partito”. Leale con il suo riferimento politico ma solo con se stesso. È stato infatti Fazzone a gestire il partito. E ora le Europee fanno paura. A meno che non si tratti di una manovra vecchio stile per alzare la voce e chiedere l'ingresso nella lista per le Europee. Anche se affidato a una sottile speranza, un posto a Bruxelles fa gola a chiunque. E giustifica la giravolta.

 

Forza Italia chiede la testa del “barone” del Lazio, Fazzone. La lettera