Roma

Forza Italia, guerra interna senza fine: altri due consiglieri dicono addio

In 24 ore salutano il partito il consigliere del III Municipio Evangelista e la consigliera di Ardea Neocliti: la diaspora continua

Riccardo Evangelista al III Municipio e Raffaella Neocliti al comune di Ardea: Forza Italia perde altri due consiglieri in 24 ore. Una diaspora infinita: gli uomini del partito di Berlusconi, nel Lazio, si contano sulle dita di una mano.

 

“Non è mai semplice lasciare un partito, anche quando sai di non esserne più parte da tempo – scrive Evangelista nel tardo pomeriggio di mercoledì –. Abbiamo lottato affinché la ragionevolezza avesse il sopravvento sugli obiettivi personali. Non ci siamo riusciti. Forza Italia a Roma poteva tornare ad essere il punto di riferimento per l'elettorato moderato europeista: il partito che sosteneva lo sviluppo, che avrebbe potuto dare quelle risposte che il popolo del non voto attende da tempo. Ma nulla di tutto questo accadrà: fino a che chi ha ricoperto per anni ruoli apicali rimarrà arroccato sulle proprie posizioni pur di non perdere una briciola di terreno, questo partito sarà destinato alla consunzione. Nel 2016, con Antonello Aurigemma abbiamo intrapreso un percorso comune convinti di poter rigenerare il partito dal basso. Purtroppo, come è andata a finire è evidente a tutti. Per questo la nostra scelta di lasciare Forza Italia”.

Nella giornata di giovedì invece a dire addio è stata la consigliera comunale di Ardea, Raffaella Neocliti. “E’ sempre difficile prendere decisioni, soprattutto quando interrompi un percorso in cui hai sempre creduto – annuncia –. Questa è la situazione in cui mi trovo ora e che spiega la mia scelta di uscire da Forza Italia. Una scelta sofferta. Il movimento creato da Silvio Berlusconi, assoluto leader e nostro costante simbolo, doveva essere il riferimento per tutto il popolo, in cui mi riconosco, moderato, liberale, popolare di centrodestra. Doveva essere il riferimento del mondo delle imprese e del lavoro. Purtroppo, negli ultimi tempi, in particolar modo nel nostro territorio Fi non è la Forza Italia del presidente Berlusconi, non è la Fi che vogliamo. Il partito, sostanzialmente, non è presente sul territorio. In quest’ultimo periodo ci sono stati molti segnali che sono stati di fatto sottovalutati: pensiamo alla fuga di militanti, esponenti, amministratori locali, al crollo registrato nelle recenti elezioni e al calo preoccupante nei sondaggi. Non si può far finta di nulla. Un partito dovrebbe fare autocritica, riunirsi, confrontarsi, ascoltare tutti, ma intendo tutti, anche e soprattutto chi la pensa diversamente. Nei partiti le “minoranze” sono importanti, perché in un dibattito democratico assumono il ruolo di pungolo, di stimolo a far sempre meglio e a tenere alta l’attenzione. Invece, Fi sui territori è assente. Anzi, troppo spesso, abbiamo assistito a decisioni incomprensibili, illogiche, perdipiù calate dall’alto, senza la minima condivisione con la base. Questi sono alcuni dei motivi per cui il partito sta scomparendo in alcuni comuni. E nessuno all’interno sembra essersi reso conto della gravità della situazione e di questo lento e inesorabile declino. In questi momenti ci sarebbe bisogno di maggior responsabilità, di umiltà e minor autoreferenzialità”.