Roma
Forza Toti: “Rivoluzione primarie prima delle ferie”.: Forza Italia al bivio
Il Governatore ligure Giovanni Toti riappare ai Castelli. Insieme a Laboratorio Lazio. E manda un messaggio: "Il rinnovamento di Fi non va in vacanza"
di Fabio Carosi
Da Forza Italia a Forza Toti, “perché la pazienza è finta e prima che questo partito faccia la fine dei dinosauri o cambia o lo facciamo cambiare”. Il messaggio che parte dall'ennesima incursione del coordinatore di Forza Italia ai Castelli Romani è chiaro: “Gl ignavi e nominati che controllano il partito non potranno sperare nelle ferie per farla franca. O si rinasce o si muore”.
In un mercoledì bollente, il popolo romano che applaude il solito completo blu e camicia bianca del rottamatore di Forza Italia, si assiepa in una villa dei Castelli in quel di Marino, che passerà alla storia per lo strappo studiato a tavolino invece che per le solite fontane di bianco dei Castelli schiarito dai solfiti. A Villa Appia invece che a una riunione politica condita dai soliti mantra su ciò che era Forza Italia, quel poco che è rimasto e i residui di centrodestrismo di chi vota contro il decreto sicurezza bis e poi amoreggia col potete capitano leghista Salvini, sembra di assistere a un matrimonio. Sotto i pini cercano rifugio castellane in abito da sera, minigonnate total black, giovanotti di 80 anni in jeans e camicia di fuori ma la vera novità è che i rottamatori di Berlusconi ritrovano l'unità e sfidano i nominati, quelli che i “tituli ce l'hanno” ma contano come il due di briscola. Prima di Toti parlano l'agente a Roma del Governatore ligure, Adriano Palozzi, l'ex presidente del Consiglio regionale Mario Abruzzese, il consigliere Pasquale Ciacciarelli, il capogruppo regionale Antonello Aurigemma e il dolce di Totti arriva alla fine.
Tra cadenze ciociare, slang dei Castelli e chi evoca anche un improbabile giustificazione ai ritardi coniando dalla disperazione per il caos sulle strade uno “sciopero del traffico”, le chiavi sono due: il virus di Laboratorio Lazio diventa “casa comune” e i “mandarini” che sono stati nominati e “hanno custodito le loro poltrone invece di pensare al partito e agli elettori”, hanno le ore contate.
Con mezzo decibel oltre i normali toni, Giovanni Toti assicura che agosto, le ferie e il mare non saranno l'alibi per fermare il processo di rinnovamento. Toti avverte: “Io mi spazientisco e poi prendo decisioni”. Più che un avvertimento è una minaccia al cuore del partito: due le possibilità o firma del patto delle primarie magari aperte a tutto il centrodestra, oppure lo strappo tante volte evocato e la scissione, Ma siamo ancora nel mare d'estate, quello calmo. Perché senza il mantra del rinnovamento passando per la base, il settembre di forzisti si preannuncia come una bufera.
Per ora promesse, minacce velate, “riferimenti a chi vota contro il reddito di cittadinanza facendo selfie dai Caraibi con l'armadio pieno di borse di di Gucci e scarpe di Chanel”. E chi è la più elegante delle forziste? E' per lei il riferimento: diretto come un pugno allo stomaco, lo stesso che hanno sferrato gli elettori al partito del Cavalier Silvio Berlusconi.
La convention di Toti&Palozzi termina col rito esorcista dei tarallucci e vino. Ai Castelli il menu finale non poteva essere diverso. Anche se di classe.