Fratelli d'Italia, l'asilo dell'Ama è servito. Ma ora costa meno
Il partito di Giorgia Meloni e la sua cassaforte di consensi costruita sui giovani
Quello dell'Ama lo chiamano l'asilo dei miracoli ed è una delle perle della collana che lega i fratelli d'Italia e i suoi esperimenti amministrativi: anno che vai, costo che trovi. E' una delle storie che hanno segnato la differenza tra le amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra, a partire dai meccanismi di gara con i quali è stata affidata la gestione dei 66 bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni di vita, figli dei dipendenti dell'azienda dei rifiuti.
Tanto per cambiare è una vicenda che vede legati parenti&amici attraverso la Onlus "Modavi", fondata da Gianni Alemanno e sostenuta da Giorgia Meloni. E' l'anno 2012: al vertice del Modavi c'è Fabrizio Canu mentre consulente legale è Elisabetta Rampelli, sorella del deputato Fabio: il Modavi si aggiudica un bando di gara del 9 agosto con il quale l'Ama a procedura negoziata cerca un gestore per l'asilo di via Lucini nel XII Municipio. La base d'asta è di 480 mila euro e vince il Modavi con 474 mila euro che viene considerata il 30 agosto l'offerta economicamente più vantaggiosa. Il lavoro segna il debutto della Onlus di Alemanno nella gestione di attività collegate al Comune dove Alemanno è sindaco.
Passa un anno e c'è da assegnare l'asilo Ama per una nuova stagione. E'il 7 agosto quando l'Ama aggiudica sempre al Modavi la gestione della struttura come proroga dell'anno precedente senza mutare l'importo: 474 mila euro e spiccioli.
E siamo al 2014. Roma è cambiata, Alemanno non è più sindaco, Panzironi all'Ama è roba per la magistratura e Mafia Capitale non è ancora scoppiata ma carabinieri e magistrati stanno mettendo in ordine migliaia di carte e intercettazioni. L'11 luglio, sempre a procedura negoziata, il Modavi vince ancora: stavolta però l'asilo costa di meno e l'azienda risparmia. Si passa da 474 mila euro a 462 mila euro.
Marino sindaco a pieno titolo arriva il 2015. Stavolta il bando è ad evidenza pubblica con procedura aperta e qualcuno si accorge che nell'affidamento è previsto un canone di affitto della struttura di proprietà dell'Ama, stimato in circa 110 mila euro che vengono detratti dall'importo complessivo del bando. Il Modavi non partecipa e vince la cooperativa Esperia con un costo per l'Ama che dai 462 mila euro iniziali scende a 376.400 euro. Così finisce l'esperienza del Modavi.
Fratelli d'Italia, in cassaforte un patrimonio di consensi
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