Roma

Fratelli massoni: il Grande Oriente d'Italia tra le obbedienze internazionali

di Antonio Parisi

L'8 marzo il cugino della fu Regina Elisabetta torna a riconoscere il Grande Oriente d'Italia. Trenta anni fa la rottura

A Londra, l’8 marzo prossimo, nel palazzo in art deco di Queen Street, dove ha sede la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, il duca Michele di Kent, primo cugino della defunta regina Elisabetta, e attuale capo mondiale della massoneria, riconosce di nuovo il Grande oriente d’Italia (Goi) dopo la rottura di 30 anni fa.

A dare notizia del colpaccio messo a segno dalla massima organizzazione massonica Italiana, è il documento di convocazione ai suoi membri della Loggia unita d’Inghilterra, firmato dal Gran segretario Marsh, che al punto 4 informa dopo una breve cronistoria dei rapporti con il Goi, che questo sarà di nuovo riconosciuto.

La cacciata del Goi nel 1993

In quel del Gianicolo, a Roma, dove nella Villa del Vascello ha sede il Gran Maestro del Goi, il giornalista Stefano Bisi, si respira aria di festa. La cacciata del Goi nel 1993 da parte inglese, aveva lasciato una dolorosa ferita tra i 25mila aderenti al Grande Oriente d’Italia. Il disconoscimento era giunto ufficialmente per questioni di lana caprina sulla ritualità, ma il motivo vero fu la denuncia dell’allora Gran Maestro del Goi, Giuliano Di Bernardo, di infiltrazioni mafiose nelle logge del Grande Oriente. Di Bernardo andò via dal Goi sbattendo la porta e fondando, durante una riunione nell’hotel Parco dei Principi di Roma, una sua nuova obbedienza Massonica, la Gran Loggia Regolare d’Italia, che poco dopo ottenne il riconoscimento da parte della gran Loggia Unita d’Inghilterra. Il riconoscimento da parte della gran Loggia Unita d’Inghilterra è questione fondamentale perché consente ad una obbedienza massonica di essere in collegamento con le logge più potenti al mondo e soprattutto con quelle regolari americane che dalla loro sede di Washington, secondo i bene informati, influenzano l’economia e la politica internazionale sul tutto il pianeta.

Goi e Gran Loggia d'Italia uniti e fratelli

Intanto il ritorno del riconoscimento al Goi pone un problema qui in Italia. Infatti Michele di Kent ha posto una pregiudiziale, ovvero che il Goi conviva “fraternamente” con la Gran Loggia Regolare d’Italia, che come dicevamo, è riconosciuta anch’essa dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. La cosa è più facile a dirsi che a farsi; infatti, i fratelli del Goi non dimenticano il modo in cui nel 1993 nacque la Gran Loggia Regolare d’Italia, con strascichi polemici ed accuse anche gravi da parte dell’obbedienza fondata da Giuliano Di Bernardo. Il Goi aveva vissuto la perdita del riconoscimento come una grave diminuzione del proprio prestigio. Ora la rivincita.

La storia del Grande Oriente d'Italia

Il primo riconoscimento era arrivato nel lontano 1972, con l’opera dei gran maestri del Goi Giordano Gamberini e poi di Lino Salvini e con l’opera sotto traccia del potentissimo alto funzionario della Ragioneria Generale dello Stato Italiano, Elvio Sciubba. All’epoca, Michele di Kent, chiese per il riconoscimento che le massonerie italiane si riunissero tra loro. Fu così che il corpo principale della massoneria detta di Piazza del Gesù, guidata dal cognato di Sindona, Francesco Bellantonio, aderì al Grande Oriente. Bellantonio portò in dote al Goi logge dal potere spettacolare come la loggia coperta Giustizia e Libertà, tra i cui membri c’erano cardinali, ministri anche democristiani e alti funzionari dello Stato. Costoro dopo la fusione furono trasferiti nella Loggia del Goi, propaganda 2, P2, e andarono a costituire un gruppo super segreto all’interno della P2. I nomi di costoro non sono mai stati svelati nonostante la commissione di inchiesta parlamentare sulla P2 abbia cercato di far luce su questa ulteriore lista di aderenti alla P2.

E mentre i vertici del Goi si preparano a volare a Londra per riconquistare il loro posto tra gli scranni del grandioso tempio massonico situato nel palazzo della Loggia Unita d’Inghilterra, gli appassionati di politica internazionale si chiedono come mai Michele di Kent abbia riaccolto il Goi. Secondo alcuni la risposta potrebbe essere che la massoneria inglese potrebbe essere un po’ delusa dalla scarsa consistenza e peso della Gran Loggia Regolare d’Italia e poi l’attivismo dei gran maestri del Goi nei Paesi dell’est Europa, tra cui l’Ucraina, ha suggerito al duca di Kent di riprendere i rapporti con il Goi per avere parte in territori dove vuole avere influenza. D’altra parte, l’Inghilterra, suggeriscono sommessamente a Londra, grazie alla massoneria e alla logge regolari cerca di mantenere un controllo sui destini internazionali dopo aver perso irreversibilmente il ruolo di massimo impero mondiale.

Che succede in Inghilterra con Carlo

Il compito della massoneria regolare di sostegno alla potenza inglese la si comprende con il fatto che il capo della Gran Loggia Unità d’Inghilterra, una sorta di Vaticano della massoneria, viene ricoperto tradizionalmente dal Re d’Inghilterra. La Francia naturalmente non poteva tollerare questa situazione e creò già nel XVIII secolo, una sua massoneria indipendente da Londra, il Grande Oriente di Francia, che è la guida delle massonerie irregolari. Quando divenne regina Elisabetta, non essendo possibile la partecipazione delle donne nella massoneria regolari, la regina delegò suo cugino Michele a sostituirla nel ruolo di capo della Gran Loggia Unita. Ora che sarà intronizzato Carlo III, nessuno sa quello che accadrà ai vertici della massoneria mondiale. Secondo i bene informati non accadrà nulla di nuovo. Carlo è troppo furbo che mettersi personalmente a capo di un organismo che ormai anche in Gran Bretagna è criticato.