Roma
Fregene divorata dal mare, apocalisse annunciata. L'erosione è colpa dell'uomo
Moli del canale di Fiumicino e barriere rigide a Focene tra le concause del fenomeno erosivo
Un chilometro di spiaggia divorata dal mare, stabilimenti che crollano, un intero comparto economico in ginocchio. Fregene al collasso alla vigilia della primavera e della stagione estiva. E l'erosione nei prossimi anni si estenderà ancora verso nord.
Le cause del fenomeno erosivo che in pochi anni ha letteralmente inghiottito circa 80 metri di arenile, non sono dovute ad uno scherzo del destino ma, in larga misura, ad interventi strutturali realizzati lungo il litorale laziale.
In cima alle concause i lavori che tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del Duemila hanno trasformato l'area portuale di Fiumicino con i moli dei Canali. Opere che, se da una parte, sono stati costruiti per garantire il passaggio navigabile per le imbarcazioni affinché non affondino quando ci sono mareggiate, dall'altro lato hanno contribuito a portare la sabbia al largo.
Un fenomeno a cui avrebbero contribuito anche le opere rigide costruite a Focene, con le scogliere longitudinali e i pannelli trasversali davanti la costa.
L'erosione in atto almeno da una quindicina d'anni, è destinata a camminare verso nord: se non si interverrà con progetti strutturali, il mare continuerà a inghiottire sabbia. E il ripascimento non è la soluzione dei problemi, ma solo un intervento tampone che costa parecchi soldi.
La situazione è stata dettagliatamente analizzata in uno studio commissionato dalle Associazioni dei Concessionari Balneari, presentato alla Regione Lazio dove però è fermo da un anno. Il progetto è stato realizzato dallo studio dell'ingegnere Daniele Rinaldo, esperto di ingegneria marittima, già impegnato in numerosi interventi nella zona lagunare di Venezia, che ha scelto Affaritaliani.it per spiegare cosa sta succedendo.
di Daniele Rinaldo*
Il recente crollo della veranda dello storico stabilimento balneare La Nave di Fregene ha posto evidenza il fenomeno erosivo, che ormai da anni duramente colpisce il litorale sud di questa importante località balneare. La crisi odierna ha origini lontane e le cause sono assolutamente note, tutte riconducibili all'attività antropica: la riduzione della portata solida del Tevere, unita alla realizzazione di una serie di opere lungo il litorale, che hanno modificato il trasporto solido litoraneo e il regime delle correnti.
Oggi però la priorità non è approfondire un dibattito scientifico sulle cause, ma dare con celerità corso alla difesa fisica di questo tratto di litorale. Un primo step è possibile da subito, con la realizzazione dell'intervento emergenziale già finanziato dalla Regione e previsto lo scorso anno, anche se il Progetto dovrà essere aggiornato rapidamente, in base alle attuali mutate condizioni morfologiche. Questo per evitare che i Concessionari degli Stabilimenti siano costretti, come l'anno scorso, a improbabili interventi emergenziali di difesa della poca sabbia rimasta, per salvaguardare non solo la stagione, ma anche la stessa integrità fisica delle strutture.
Fatto questo, dovrà subito dopo essere presa in considerazione la definizione di una soluzione strutturale, che tenga conto non solo delle criticità attuali, ma anche di quelle che a breve potrebbero innescarsi, in tratti di litorale oggi non interessati dal fenomeno erosivo. La base per questa nuova proposta di lavoro c'è già, avendo le Associazioni dei Concessionari Balneari commissionato nel 2016 sia uno studio generale sulle cause del fenomeno erosivo, che la progettazione di una nuova configurazione di opere, che metta in sicurezza il litorale sud di Fregene.
Per certo, è drammatico non solo assistere alla demolizione di storiche strutture balneari, in grado fra l'altro di produrre ricchezza per il territorio, ma anche vedere che la stessa salvaguardia fisica del centro abitato viene messa a rischio, dalla progressiva erosione dell'arenile.
Rinviare ancora la definizione di una soluzione definitiva del problema, aspettando magari il prossimo crollo per risollevare l’attenzione, significherebbe solamente aumentare i costi delle opere necessarie, per il cui finanziamento sarebbe importante attivare una sinergia fra Privato e Pubblico, soprattutto andando alla ricerca di fondi europei.
*esperto di ingegneria marittima