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Roma
Fregene senza spiaggia ma “i soldi ci sono”. La rabbia degli albergatori

di Diana Maltagliati

La spiaggia di Fregene sud non esiste più. L'erosione se l'è mangiata, rubando al territorio la linfa vitale del turismo.

Le amministrazioni si nascondono dietro al problema della mancanza di fondi, ma Federalberghi svela: “I soldi ci sono, manca la voglia di salvare il territorio”.Mentre la Regione Lazio spende migliaia di euro per il ripascimento delle spiagge, programmando l'arrivo di 25 mila metri cubi di sabbia sulla costa, l'unico progetto a lungo termine è quello del geotubo. Il capo delegazione Fiumicino di Federalberghi Roma, Massimo Coriddi, ha accettato l'invito del comitato locale “Salviamo la spiaggia di Fregene” e si è schierato in prima linea per la salvaguardia del litorale dall'erosione.

L'erosione non è iniziata quest'anno, ma per la prima volta la stagione balneare sembra davvero a rischio. Questo cosa significa per gli albergatori?

"Fregene vive di mare, ristoranti e attività commerciali. Non ha le industrie, l'aeroporto e il porto-banchina che ha il centro abitato di Fiumicino: vive grazie alle attività legate alla spiaggia. È impensabile far partire una stagione con una costa devastata. Noi come Federalberghi abbiamo sul territorio 21 strutture associate, con 1500 camere e 3mila posti letto. E ovviamente abbiamo già notato una flessione verso il basso delle prenotazioni per quanto riguarda gli alberghi su Fregene".

Oltre ai turisti che prenotano in hotel, sono in crisi anche le case-vacanza?

"Certo, il turismo non si fa soltanto nelle camere dei nostri alberghi. Fregene vive anche di affitti stagionali e anche quelli stanno calando. La gente non prenderà più una casa-vacanza a Fregene sud, se la situazione della spiaggia continuerà ad essere quella che vediamo. Il problema è che bisogna voler bene a questo paese e a questa costa e rendersi conto che la spiaggia è un valore aggiunto per il turismo sul territorio. Noi come Federalberghi, su 21 strutture alberghiere facciamo circa 750mila presenze l'anno. Se soltanto il 10% dei nostri ospiti uscisse per andare al mare, uscirebbero 75mila persone. Sono numeri sconvolgenti, importanti".

E i ristoratori?

"Noi siamo inscritti in Confcommercio, quindi non valutiamo solo le problematiche degli albergatori: per noi turismo è tutto quello che si muove sul nostro territorio. Fregene funziona anche perché ci sono i ristoranti... la gente viene qui apposta per pranzare sulla spiaggia. Se smette di esistere quella, però, le persone a pranzo fuori non ci vanno più. Così regaliamo turisti ad Anzio e alla zona a sud di Fiumicino, perdendo un grande vantaggio che ci siamo guadagnati negli anni. Non dovremmo regalare vantaggi a nessuno: abbiamo a disposizione una splendida località e dovremmo essere i primi a proteggerla e a rilanciarla".

Perché avete scelto di schierarvi dalla parte del comitato “Salviamo la spiaggia di Fregene”?

"Perché il problema della spiaggia è un problema enorme per tutti, quindi abbiamo deciso di metterci al loro fianco, non possiamo abbandonarli. Ci siamo messi a disposizione per le iniziative future: siamo pronti ad ascoltarli, per progettare insieme i prossimi passi da fare per salvare la spiaggia".

Cosa ne pensa delle soluzioni messe in campo dalla Regione Lazio?

"La Regione ha finanziato il progetto del geotubo e del ripascimento, ma questi sono solo palliativi per far partire la stagione: servono assolutamente progetti a lungo termine".Altrimenti il problema rischia di ripresentarsi l'anno prossimo..."Se si va avanti così, è sicuro che il problema si ripresenterà. Servono iniziative programmatiche, altrimenti continueremo a trovarci nella stessa situazione. Fregene ha bisogno di un progetto globale. Lo ribadisco: il ripascimento è solo un palliativo".

Spesso si dice che manchino le risorse: è davvero così?

"No, assolutamente no. Come albergatori, noi versiamo nelle casse del comune circa 1 milione e mezzo di euro l'anno come imposta di soggiorno. Se davvero il Comune volesse muoversi in maniera indipendente e intraprendere iniziative per Fregene, potrebbe farlo sfruttando i soldi versati dai turisti. Le risorse ci sono, bisogna avere soltanto la buona volontà di salvare questa costa".

Fregene sembra a un punto di non ritorno: come si è arrivati a questa situazione?

"Sono anni che il comitato “Salviamo la spiaggia di Fregene” urla questo problema, ma nessuno ha mai capito quanto fosse serio. Le amministrazioni e soprattutto la Regione Lazio sono state miopi, non so se per distrazione o per altro. Fregene è un bene di Roma, un bene del Lazio. Quando ero piccolo veniva considerata una perla del Mediterraneo e non possiamo permetterci di buttarla via. Comune, Provincia, Regione... tutti quanti hanno una parte di responsabilità".

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