Roma

Frizzi, Vanzina, Giuffrè, Bertolucci, Fantastichini. Lo spoon river del 2018

I morti illustri del 2018. Anno nero per il cinema italiano. Le foto

di Patrizio J. Macci

Lo “spoon river” del 2018 si apre con un giornalista di razza, Albino Longhi scomparso a Roma il 1 gennaio del 2018.

Era stato direttore del Tg 1 dal 1982 al 1987 fino alla carica di vice direttore generale della Rai. Il produttore Giovanni Di Clemente muore il giorno successivo. Aveva iniziato l'attività di produttore nei primi Anni settanta realizzando film di diversi generi, dal cinema popolare a film d'autore, producendo diverse opere di Mario Monicelli, Luigi Magni, Nanni Loy e Michele Placido. Per il film di Monicelli Speriamo che sia femmina vinse nel 1986 i David di Donatello come miglior produttore e per il miglior film. Si aggiudicò nel 1996 un David speciale alla carriera per il contributo dato al mondo del cinema italiano.

Nella stessa giornata si spegne la voce di uno dei magistrati che si è occupato dei più importanti casi di terrorismo italiano: Ferdinando Imposimato. Magistrato, politico e avvocato italiano, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione si è occupato della lotta a cosa nostra, alla camorra e al terrorismo: è stato giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l'attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione.

Il 5 febbraio esce di scena il conduttore Fabrizio Frizzi erede naturale di Corrado. Nella sua quarantennale carriera ha condotto quiz, varietà e talent show come Miss Italia (che lo vide alla guida per 17 edizioni, di cui 15 consecutive), I fatti vostri, Scommettiamo che...?, Luna Park, Domenica in, Per tutta la vita...?, Cominciamo bene, Soliti ignoti e L'eredità; ha partecipato come concorrente in programmi di successo come Ballando con le stelle e Tale e quale show e ha recitato nelle due stagioni della fiction Non lasciamoci più. Considerato fin dagli anni ottanta uno dei principali volti maschili della Rai, è stato insieme a Pippo Baudo il conduttore con più trasmissioni all'attivo. È stato anche doppiatore: sua è la voce dello Sceriffo Woody nella saga di Toy Story.


Il 31 marzo il teatro italiano (e non solo) si inchina all’ultimo spettacolo di Luigi De Filippo. Attore, commediografo e regista italiano di teatro, figlio di Peppino De Filippo e nipote di Eduardo. Il 28 giugno 2011 aveva raccolto da Maurizio Costanzo il testimone della direzione artistica del "Teatro Parioli" di Roma che da quel giorno ha preso il nome di "Teatro Parioli-Peppino De Filippo".

Il 14 aprile dopo aver subito lo sfratto dalla sua abitazione, con il peso di alcune tormentate relazioni sentimentali, Isabella Biagini chiude gli occhi per sempre dopo una carriera di attrice, imitatrice e showgirl.

Il 23 aprile esce di scena uno degli ultimi politici ad aver vissuto dal di dentro il sequestro Moro: Giovanni Galloni, giurista, politico e accademico. Tra i fondatori della corrente di sinistra della Democrazia Cristiana, fu anche vicepresidente del partito e due volte vicesegretario, nel 1965 e nel 1977. Ricoprì l'incarico di ministro della Pubblica Istruzione dal 28 luglio 1987 al 22 luglio 1989 (nei governi Goria e De Mita).

Il 9 maggio la voce inconfondibile di Paolo Ferrari ammutolisce. Attore, doppiatore e conduttore televisivo è ricordato nell’immaginario collettivo per lo spot pubblicitario di un detersivo. Nel cinema ha prestato la sua voce a giganti del cinema made in Usa come Humprey Bogart, Richard Burton, Roger Moore. Numerose le sue interpretazioni di sceneggiati in bianco e nero e al fianco di Vittorio Gassman e Paolo Stoppa.

Il 18 maggio la Capitale perde il presidente dell’A. S. Roma Gaetano Anzalone. Il 13 giugno 1971 rilevò da Alvaro Marchini la proprietà della società: dopo otto anni di presidenza, cedette la squadra a Dino Viola al termine della stagione 1978-1979. Fu durante la sua gestione che arrivarono alla Roma due protagonisti del secondo scudetto, il tecnico Nils Liedholm e l'attaccante Roberto Pruzzo.

La penna e la macchina da presa di Carlo Vanzina si fermano l’8 luglio. Regista, produttore cinematografico e sceneggiatore era figlio del regista e sceneggiatore Steno (pseudonimo di Stefano Vanzina). Dopo un apprendistato con Monicelli, con il padre Steno e con Sordi, ha formato con il fratello maggiore Enrico una collaudata coppia di cineasti di grande versatilità ed efficienza produttiva. Dopo il suo debutto dietro la macchina da presa nel 1976 con Luna di miele in tre, ha realizzato in 40 anni 60 film per il grande schermo, firmando alcuni dei maggiori successi del cinema italiano degli anni ottanta e novanta, alfiere di quella particolare evoluzione della commedia all'italiana verso i territori più facilmente commerciali del giovanilismo e dell'umorismo di derivazione televisiva. I suoi primi successi sono giunti con la scoperta di Diego Abatantuono (Eccezzziunale... veramente e Viuuulentemente mia, entrambi del 1982), seguiti subito dopo dal lancio di uno spensierato sottogenere vacanziero-nostalgico con Sapore di mare (1983).


A novembre l’ultimo spettacolo di Carlo Giuffrè attore e regista teatrale, noto al grande pubblico anche per il suo sodalizio artistico con il fratello Aldo. Aveva conseguito il diploma all'Accademia nazionale d'arte drammatica iniziando a lavorare con il fratello in teatro nel 1947. Due anni dopo la coppia debuttò con Eduardo De Filippo, interpretando la maggior parte delle commedie napoletane del grande autore, grazie alle quali il giovane Carlo manifestò le sue doti di attore dalla vocazione comica e grottesca. Nel 1963 entrò nella Compagnia dei Giovani lavorando con Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Romolo Valli, con cui reciterà per ben otto stagioni consecutive tra l'altro in Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello, Tre sorelle di Čechov, Egmont di Goethe. In seguito approda col il fratello Aldo al repertorio di Eduardo.

Bernardo Bertolucci si addormenta nella sua Trastevere il 26 novembre. Tra i registi italiani più rappresentativi e conosciuti a livello internazionale è stato anche sceneggiatore e produttore. La sua carriera era cominciata come assistente alla regia di Pier Paolo Pasolini. Ha diretto film di successo come Il conformista, Ultimo tango a Parigi, Il tè nel deserto, Novecento e L'ultimo imperatore, che gli valse l'Oscar al miglior regista e alla migliore sceneggiatura non originale. È l'unico italiano ad aver vinto un Oscar per la regia, considerando che Frank Capra, anch'egli assegnatario del riconoscimento, era italiano ma naturalizzato statunitense. Nel 2007 gli è stato conferito il Leone d'oro alla carriera alla 64ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e nel 2011 la Palma d'oro onoraria al 64º festival di Cannes.
Bruno Cagli critico musicale, musicologo e saggista italiano, nonché presidente e sovrintendente dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma, ha lavorato alla diffusione della musica nella Capitale con tutte le sue energie fino al giorno della sua scomparsa il 29 novembre.


Erede naturale di Gian Maria Volontè, Ennio Fantastichini è stato salutato in Campidoglio il 2 dicembre, le sue condizioni di salute erano precipitate il giorno precedente. Allievo dell’Accademia nazionale d’arte drammatica aveva ottenuto il suo più grande successo in Porte aperte di Gianni Amelio accanto al suo maestro Gian Maria Volontè. Il rigore della sue interpretazioni gli avevano fatto ricevere premi prestigiosi: Ciak d'oro 1991, Nastro d'argento (miglior attore non protagonista), European Film Awards (scoperta dell'anno) e il Premio Felix 1991. Oltre ad aver interpretato numerosi film, Fantastichini aveva recitato con successo in fiction quali La piovra 7 - Indagine sulla morte del commissario Cattani (1997), Sacco e Vanzetti (2005), dove interpretava l'anarchico Bartolomeo Vanzetti (ruolo ricoperto proprio da Volonté nella pellicola di Montaldo del 1971).

Il 23 dicembre si spegne nella sua casa di Roma, all'età di 90 anni, la costumista Adriana Berselli, regina dei costumi del cinema italiano durante il boom economico. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con grandi registi quali Georg Wilhelm Pabst, Alessandro Blasetti, Luigi Comencini, Dino Risi, Michelangelo Antonioni - per quest'ultimo ha realizzato i costumi de "L'avventura" (1960) - Carlo Lizzani, Roman Polanski ("Che?", 1972), Carlo Di Palma e George Pan Cosmatos ("Cassandra Crossing", 1976), vestendo i più importanti protagonisti del cinema di quegli anni, quali Aldo Fabrizi, Totò, Monica Vitti, Virna Lisi, Peter Sellers, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Jean Marais, Burt Lancaster e Giorgio Albertazzi.