Roma
Funghi porcini, oro da mettere in tavola. Ad Oriolo Romano il tesoro degli antichi
Vi siete mai chiesti perché i funghi più amati ad ogni latitudine si chiamano “porcini”? Furono gli Antichi Romani - i primi ad apprezzarli per il gusto inconfondibile, il profumo che regalano ad ogni piatto e la polpa bianca che non cambia colore né all'aria né al tocco - a definirli “suillus” per il loro aspetto massiccio. Oggi, a distanza di tanti secoli, questa specialità ha “italianizzato” il suo nome ma resta una delle prelibatezze più amate in tutto lo Stivale: chi, d’altronde, riesce a resistere al richiamo di un piatto di fettuccine ai funghi porcini? Dal 18 al 20 settembre ad Oriolo Romano, antico paese in provincia di Viterbo, i “suillus” nobiliteranno tantissime ricette della tradizione, tutte realizzate con materie prime a chilometro zero provenienti da produttori locali: dalle bruschette alle fettuccine, dalla zuppa con i fagioli ai secondi come lo spezzatino e l’arista, fino a un particolare hamburger con crema ai porcini e ai funghi fritti.
Lo stand gastronomico aprirà venerdì a cena alle 19 e sabato e domenica anche a pranzo, a partire dalle 12.20; grazie all’accordo con l’Associazione Italiana Celiachia, inoltre, anche gli intolleranti al glutine potranno gustare sabato e domenica tutte le specialità proposte. Nell’ultimo fine settimana dedicato alla Sagra, che domenica darà a tutti i visitatori l’appuntamento al prossimo anno, gli organizzatori hanno lavorato anche a un ricco programma di intrattenimenti che spazia dalla musica dal vivo alle conferenze, fino alle mostre. Gli stornelli e i balli popolari animeranno la serata di venerdì 18 settembre, la cover band dance 70’-80’ quella di sabato e i “Tamambulanti”, al suono della pizzica e della taranta, chiuderanno la festa domenica; non mancheranno le conferenze a tema (sulle spezie sabato e sulla dieta mediterranea domenica), la mostra micologica, gli spettacoli degli artisti di strada e, domenica pomeriggio, il ludobus per i più piccoli.
Il tutto senza dimenticare la splendida location dell’evento, la centralissima piazza Umberto I° dominata dall’imponente Palazzo Altieri; sulla pavimentazione che copre tutta la piazza, è disegnata una rosa dei venti che indica i punti cardinali rispetto ai quali sono orientate le quattro bocche da dove fuoriesce l’acqua della Fontana delle Picche, attribuita ad un allievo del Vignola.
a cura di Fuoriporta