Roma
Gabriele Paolini, ciack sulle orme di Fellini. Il disturbatore già regista... col selfista
Dalla tv dove ha imperversato per anni come "disturbatore", a passi da gigante verso il cinema. Gabriele Paolini apre la fase 2 della sua vita, inziando le riprese del suo film Il Terzo Testamento secondo Gabriele Paolini. E proprio da Paolini riceviamo e pubblichiamo il "diario del primo ciack, una notte nel cuore di Roma, sulle tracce di Federico Fellini.
di Gabriele Paolini
“Che emozione. Che emozioni. Sono arrivato all’appuntamento con Niki Giusino alle ore 22.07, con sette minuti di ritardo. Niki aveva tutto con sè, cavalletto, macchine fotografiche digitali. Luci, fari, ciak. Niki un giovane ragazzo di 21 anni; conosco Niki da circa cinque anni, ma ieri sera Niki mi ha stupito. E non è facile stupirmi. No, non è affatto facile. Niki ha dimostrato di essere un vero professionista. Niki ha preso molto sul serio l’impegno di essere il Direttore della Fotografia e l'Aiuto Regista di questo mio film, che mi vede per la prima volta nella veste di regista, dopo ben 18 anni di “Inquinamento catodico”.
Abbiamo iniziato le riprese alle ore 22.45. Ho scelto di mettere il cavalletto tra l’inizio di Via Veneto e Largo Federico Fellini. Ho fatto riprendere a Niki uno squarcio di Porta Pinciana e l’ingresso di Via Veneto. C’erano poche persone che passavano e qualche rara macchina. Tutto è andato liscio. Poi ho chiesto a Niki di fare una ripresa stretta sulla targa della via dedicata al grande Maestro Fellini. Poi Niki mi ha seguito con la sua fedele telecamera, in una breve camminata, verso l’ormai “morto” Café de Paris”. Pensate il Café de Paris è ormai chiuso da due anni: solo ragnatele, polvere ed un vecchio signore che chiedeva l’elemosina, lungo quella che è la strada più famosa di Roma o meglio lungo quella strada che Federico Fellini, nel famoso film “La Dolce Vita”, ha reso celebre in tutto il mondo.
Ma che cosa è rimasto di quella via?, Niente, niente, purtroppo. Solo soffuse luci, direi senza anima. Via Vittorio Veneto è una via spenta, decisamente squallida, senza più cuore. Davanti al “Café de’ Paris”, ho poi letto una poesia del grande Pier Paolo Pasolini.
Dopo ho preso la machina, Niki mi ha seguito con il suo motorino e la seconda tappa è stata in quel di Fontana di Trevi. In tutta la mia vita non ho mai visto così pochi turisti, italiani e stranieri. Roma, sembrava una città con il coprifuoco. Che tristezza infinita vedere la Fontana di Trevi senza acqua. Quanti bagni ho fatto in quella Fontana. Restauri che dovrebbero, come dice un cartello, durare ben 600 giorni. Tutta recintata, la fontana. Per i turisti, il Comune ha messo a disposizione un piccolo ristagno d’acqua dove si può buttare una moneta. Uno squallore più infinito. Uno strazio senza eguali. Ma ci si può accontentare nel buttare una moneta, in una bacinella d’acqua?. Eì un insulto alla creatività, è un insulto alla celebre fontana. Incazzatissimo ho detto a Niki che dovevamo scappare al più presto da questa Fontana di Trevi, ‘confinata nel peggior carcere’. Durante i miei 19 giorni di carcere, ve lo giuro su Dio, ero più sereno. Durante quei 20 minuti passati con Niki in Piazza Fontana di Trevi ,ho sofferto molto di più rispetto alla mia detenzione a Regina Coeli nel famoso novembre del 2013. Non si riesce a sopportare il dolore nel vedere la gente, i turisti, stranieri e non, quasi con le lacrime agli occhi, dover fotografare una fontana mutilata, castrata, senz’anima.
Poi con Niki siamo andati lungo Via Margutta, fin sotto casa del Grande Maestro. Qui mi sono commosso. Ho ripensato a quando a 12 anni conobbi Fellini proprio sotto casa sua. Qui, però, mi fermo e non vi racconto più nulla. Erano le ore 04.00 di notte. Ero stanco, ma felice. Si, felice di aver trovato una strada nuova, quella del regista. Un percorso che è appena iniziato, con a fianco il grande e grosso Niki, un amico vero, autentico. Che gioia infinita la vita!!!