Roma

Galileo Galilei assolto in Cassazione. Dagli archivi del Vaticano il libro-verità

di Patrizio J. Macci

Una biografia romanzata scritta dal protagonista, come se una telecamera avesse ripreso la sua esistenza di nascosto dal ciglio del letto di morte a ritroso nel tempo. Aveva ragione Pier Paolo Pasolini, "la morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita: ossia sceglie i suoi momenti veramente significativi (e non più ormai modificabili da altri possibili momenti contrarti o incoerenti), e li mette in successione, facendo del nostro presente, infinito, instabile e incerto, e dunque linguisticamente non descrivibile, un passato chiaro stabile, certo, e dunque linguisticamente ben descrivibile".
"Galileo Galilei. Assolto in Cassazione" pubblicato dalla Herkules Books una giovane e dinamica casa editrice scritto da Don Francesco Cristofaro sacerdote calabrese è stato vergato seguendo questo precetto, utilizzando la finzione del racconto raccolto direttamente dalle labbra del protagonista. Una fedele ricostruzione della vita dello scienziato pisano scritto in prima persona con uno stile "tondo" e diretto, ma basandosi su una severa ricerca storica attingendo a documentazioni inedite dell'Archivio Segreto del Vaticano.
L'autore chiude il cerchio e arriva fino all'assoluzione totale e definitiva pronunciata da Giovanno Paolo II 350 anni dopo, da ciò la Cassazione del titolo.
La parte centrale dell’opera è dedicata al processo di Galileo Galilei davanti all’Inquisizione e alla successiva condanna del 1633 per le sue affermazioni sulla cosmologia eliocentrica. “Mi costrinsero ad abiurare. Lo feci pensando ai miei figli, senza di me non ce l’avrebbero fatta: meglio un padre presente che un eroe bruciato”, scrive nel saggio don Cristofaro, interpretando i pensieri di Galileo. Sul letto di morte, il grande astronomo pisano confermerà comunque il suo pensiero scientifico e anche la sua Fede nella dottrina cattolica. Rigoroso e tenace fino alla fine.
 “Rispetto alle tante biografie su Galileo questa si distingue per un linguaggio giovane, ironico, moderno, a tratti sarcastico”, spiega l’autore don Francesco Cristofaro, “che lo rende attuale ai giorni nostri. E’ un testo fedelissimo alla complessa vicenda storica, in cui mi sono sforzato di riportare eventi e date con precisione e serenità. Di Galileo mi ha colpito soprattutto la sua umiltà e la sua obbedienza. Non comprendeva il perché di tanto accanimento. Non ha però rinunciato alla “verità” che aveva scoperto, ma l’ha sottoposta al discernimento della Chiesa. In quel particolare momento storico, la Chiesa sbagliò perché riteneva di essere esperta su questioni forse non troppo conosciute e studiate, così come invece erano state scrutate da Galileo".
Questo libro vuole essere un atto di riconoscenza alla sapienza di Galileo, alla sua capacità di obbedire senza per questo rinunciare alla scienza.