Roma

Giachetti affida ai social il nuovo "Daje". Ma in Rete impazza "Mafia & Capitale"

La campagna elettorale del Pd Inciampa nel suo incubo più recente: "Mafia Capitale"

di Alberto Berlini

Rete, croce e delizia dei candidati a Sindaco di Roma nella campagna elettorale più pazza del mondo. Succede così che con l'idea di affidare alla Rete la scelta del nuovo slogan per scalare il Campidoglio, il Partito Democratico finisce per inciampare nel suo incubo più recente, quello di Mafia Capitale.

Riprendendo infatti una iniziativa già sperimentata da Ignazio Marino nelle elezioni del 2013, il Pd ha creato attorno al suo candidato Roberto Giachetti una campagna che tramite sito internet e social, affida alla capacità espressiva e virale della Rete, lo storytelling di una discesa in campo: "Crea il tuo slogan per Giachetti sindaco" recita il claim sul sito dedicato alla candidatura del vicepresidente della Camera dei Deputati.
La "e" di Giachetti diviene una & commerciale, che vuole unire e vuole legare i romani al candidato sindaco. Da qui nasce l'idea di una costruzione social del claim: "Due frasi, due parole, due aggettivi, quello che vuoi, l'importante è che siano legati dalla &".

Peccato che l'idea del comitato elettorale abbia messo in mano all'irriverente fantasia dei social una vera e propria cartuccera di pallini avvelenati. "La campagna elettorale ha bisogno della tua fantasia" e la fantasia ha dato vita al peggiore incubo "dem" della passata amministrazione. Se l'idea di base di "Onesto & Competente, "musei & street art", ha preso presto la piega di "Cacio & Pepe" e "Totti & spalletti", l'ottimismo è stato rimpiazzato da "Mafia & Capitale".

Il claim creato da uno dei tanti utenti che hanno provato a sbizzarrisi nell'esercizio di creatività "pro domo Pd" ha finito per creare l'anti slogan che ha trovato la sua onda virale, trovando in Rete la sua consacrazione. Accantonato il "daje" e cercando di dimenticare il bersaniano "smacchiamo il giaguaro" nella "stazione Giachetti", il quartier generale alla ex Dogana, c'è chi fa gli scongiuri.