Roma

Giachetti rimane alla Camera. Affluenza bassa: "primariucce"

Primarie PD: Roberto Giacchetti neocandidato sindaco di Roma

Un programma costruito sulle richieste della gente e non “in uno studio di Milano della Casaleggio e associati”, una campagna elettorale tra le persone  e nei quartieri, “libero da certi meccanismi della politica” e pronto a “pronunciare dei no”, perché “questa città purtroppo è piena di tanti sì detti solo per prendere voti che poi non si sono realizzati”. Ma con un piede che rimane nella “staffa” del Parlamento, visto che al momento il neocandidato sindaco del Pd Roberto Giachetti non sembra intenzionato a dimettersi da vicepresidente della Camera.

Calo dell'affluenza al voto per le Primarie del PD a Roma

Il candidato renziano ha stravinto rispetto a tutti gli altri con il 64% delle preferenze. Dietro di lui Roberto Morassut con il 28,3%, Domenico Rossi con il 2,9%, Chiara Ferraro con l'1,8%, Stefano Pedica con l'1,2% e Gianfranco Mascia con lo 0,8%. Ma la vittoria è una vittoria a metà, visto il flop dell'affluenza al voto con 47mila e trecentodiciassette votanti, circa 30mila in meno rispetto alle aspettative del partito. L'incubo di un elettorato poco affezionato è diventato realtà: alle primarie della scorsa consiliatura, che si svolsero il 7 aprile 2013, votarono più di centomila (100.078) persone, per un totale di 97.643 voti validi. A Milano, dove il voto si è svolto in due giorni, sabato 6 e domenica 7 febbraio scorso, i votanti sono stati 60.900. Ma il commissario Matteo Orfini sminuisce: "Siamo felici del risultato di partecipazione anche a Roma. Nel 2013 c'ereno le truppe cammellate dei capibastone poi arrestati. E' una bella giornata. Siamo un paese in cui la destra sceglie i candidati in tre, Salvini, Meloni e Berlusconi, e neppure si mettono d'accordo. I 5Stelle li scelgono con qualche migliaio di click spiati da Casaleggio. Noi Democratici con decine di migliaia di persone che alla luce del sole scelgono liberamente il loro voto."

Eppure il calo dei voti sarà un bel problema, con cui dovrà fare i conti Giachetti se davvero intende vincere le elezioni, come ha detto tra l'ovazione dei militanti nel comitato dell'ex Dogana di Tor San Lorenzo. "Io sono stato accusato di non avere un programma in realtà la mia è stata una campagna tra le persone, di ascolto. Ho sentito tante persone, centinaia di comitati di quartiere. Ebbene il mio programma lo trovate nelle aspettative, nelle voci, nelle richieste e nelle idee di tante persone", ha commentato il candidato che ha poi annunciato di voler presentare la sua giunta di “persone competenti e appassionate” quindici giorni prima del voto. “Se a qualcuno non va bene il metodo la porta è quella là”.