Gioco d'azzardo in campo l'armata dei parroci: ecco il piano Caritas
Monsignor Feroci: "La ludopatia è una malattia, non una fonte di profitto"
Preti e parrocchie si schierano contro il gioco d'azzardo. Caritas diffonde un sissidio di formazione per contrastare la ludopatia.
Dati, tabelle, grafici e consigli su come evitare e come combattere il gioco d'azzardo. É questa la nuova campagna promossa da Caritas e diffusa nelle chiese e nelle parrocchie per aiutare le persone schiave del gioco.
Parroci e animatori sono invitati a partecipare seguendo la strategia fornita per combattere il fenomeno, considerato come uno dei prodotti della cultura consumistica e della mercificazione della vita. Nel fascicolo di 64 pagine viene spiegato come affrontare le difficoltà che derivano dalla pratica dell’azzardo attraverso lo sviluppo e la cura delle relazioni autentiche, l’ascolto e la vicinanza e proponendo un cammino di revisione di vita da praticare nei gruppi e nelle comunità. Come Caritas sottolinea nel comunicato stampa diffuso, la campagna di sensibilizzazione si deve muovere di pari passo agli interventi specialistici terapeutici e medici necessari e in calce al programma vengono riportati i servizi che possono essere contattati per la cura del disturbo.
Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma si dice molto insoddisfatto dell'accorso approvaro durante la Conferenza Stato-Regioni in materia di gioco d'azzardo: “L’intero iter è il continuo richiamo a intese o convergenze, come fosse possibile tenere insieme istanze del tutto inconciliabili: quelle delle grandi società concessionarie che dai giocatori d’azzardo estraggono profitto; quelle dello Stato, che sulla tassazione del gioco d’azzardo fonda una quota esorbitante del proprio bilancio pubblico; quelle delle amministrazioni locali su cui si scaricano i costi, in primis socio-sanitari ma non solo, dell’offerta e del consumo di gioco d’azzardo; quelle della società civile ed ecclesiale, che rilevano sul campo, spesso direttamente nei volti delle persone e dei familiari colpiti da dipendenza, l’enormità delle ricadute di questo fenomeno”.
Monsignor Feroci auspica un intervento del Ministero della Salute, ricordando che la ludopatia è una malattia e dunque il gioco d'azzardo non può includere soltanto il Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Ciò che si chiedeva al governo era un’inversione di tendenza sul gioco d’azzardo e l’inversione non potrà mai realizzarsi finché l’argomento sarà affrontato salvaguardando i profitti a discapito delle persone”.
Iscriviti alla newsletter