Roma
Giornali gratis sui social: la pirateria multimediale che depreda i quotidiani
Su migliaia di cellulari girano ogni giorno giornali e riviste in pdf gratis: così si distrugge un'intera categoria. L'opinione di Sergio Moschetti
di Sergio Moschetti *
Giornali e riviste gratis sui social, la pirateria multimediale depreda l'idustria dei giornali: ecco perché bisogna diffidare dagli spacciatori.
Può capitare a ciascuno di noi di avere gratuitamente sul proprio cellulare o sul proprio smartphone le principali testate quotidiane o quelle periodiche; può capitare, e che ciò ci renda felicemente sorpresi, di poterle leggere soprattutto in questo periodo di arresti domiciliari per motivi sanitari; può capitare di ringraziare colui o coloro che ne fanno dono che, magari, è il proprio consulente finanziario che vuole graziosamente fidelizzare il vostro rapporto.
Ma ciò che non si sa, o non si vuole sapere, che in quel momento si sta vivendo un atto di pirateria divenendo, di fatto, correi di un sistema che, invece di favorire l'informazione, rischia di distruggerne gli autori siano essi gli editori e i loro dirigenti, le relative maestranze, i giornalisti, i trasportatori, gli edicolanti: una galassia di professioni che ogni giorno si impegnano, soprattutto in questo periodo di Covid-19, mettendo a rischio financo la propria salute, per garantire libera e corretta informazione che, grazie a tali comportamenti di pirateria digitale, rischia di restare fortemente compromessa.
E’ purtroppo cosa nota che l’indice di lettura italiano è estremamente basso tanto da risultare collocato, a livello mondiale, al disotto del 30mo posto e che il settore dell’editoria in Italia sia sempre più caratterizzato da una profonda crisi economica strutturale per effetto non solo di un progressivo aumento dei costi ma soprattutto per una pesante contrazione dei ricavi da vendita e da pubblicità
Al fine di contrastare tali andamenti negativi le Aziende editoriali sono costantemente impegnate a significativi investimenti per realizzare nuove modalità organizzative del lavoro, maggiore sicurezza dei dipendenti e dei luoghi di lavoro, sviluppare reti di comunicazione, promuovere nuovi servizi per i lettori e per agli abbonati nel garantire la consegna dei giornali. migliorare l’ offerta editoriale quotidiana al fine di favorire una diffusione sempre più capillare delle notizie anche grazie ad offerte commerciali di specifici prodotti molti dei quali a prezzi simbolici. Ma tali investimenti rischiano di essere vanificati dallo sfruttamento parassitario dei contenuti editoriali attraverso strumenti di distribuzione fraudolenta che utilizzano le piattaforme social e telefoniche o di messaggistica istantanea come avviene per Telegram, che si distingue per la particolare pervasività e capacità di propagazione; un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud ed erogato da Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai, fondata dall'imprenditore russo Pavel Durov.
Da oltre due anni la Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali che rappresenta le Aziende editrici di giornali quotidiani, periodici e le Agenzie nazionali di stampa, si sta battendo contro questa diffusione illecita di testate giornalistiche appellandosi all’Agcom perché vengano a cessare tali iniziative che, soprattutto in questo periodo di emergenza da Covid 19, hanno determinato un calo vertiginoso delle vendite e, conseguentemente, una insostenibile contrazione dei ricavi; una contrazione che” In una ipotesi altamente conservativa, viene stimata in 670 mila euro al giorno e circa 250 milioni di euro all’anno”.
Da qui l’intervento del Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, che ha invitato le Autorità di settore a “intervenire con fermezza richiedendo ad Agcom un provvedimento esemplare e urgente di sospensione di Telegram”. Nella documentazione predisposta sull’intera questione dalla Fieg si rileva che “alla data del 1° aprile 2020, sono 10 i canali monitorati, con una media di oltre 57 mila utenti ciascuno (il canale Edicola Wapposa ha superato, in data 11 aprile 2020, i 200mila iscritti, festeggiando il traguardo con un “GRAZIE A TUTTI!”, rivolto ai suoi iscritti)”. Viene, inoltre, precisato che “I canali oggetto della nostra analisi sono “tematici”, creati cioè esclusivamente per la distribuzione illecita delle testate giornalistiche, pertanto non è errato sostenere che gli iscritti hanno un interesse specifico a scaricare tutti i file pdf che sono stati condivisi dal creatore/gestore del canale.
Tali pdf rimbalzano, poi, su una miriade incontrollata e incontrollabile di chat di gruppo (principalmente via Whatsapp e Messenger), raggiungendo un numero indefinito di utenti che, ogni mattina, scaricano sui loro cellulari e device gli interi contenuti dei nostri giornali con evidente violazione della normativa sul diritto d’autore, in quanto tale suddetta distribuzione di contenuti editoriali avviene in assenza della preventiva e necessaria autorizzazione da parte dell’editore, titolare dei diritti di utilizzazione economica sugli articoli di giornale.
Porre fine a questo stato di cose che “ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di diritto”, come ampiamente puntualizzato dal Presidente della FIEG, che ha ricordato come di recente si sia pronunciato con preoccupazione anche il Sottosegretario per l’editoria, Andrea Martella, “rappresenta un preciso dovere degli Enti preposti, ma è anche compito di ciascun di noi ai quali va ricordato che i giornali devono essere comunque acquistati, in edicola o tramite abbonamenti on line, e non certo acquisiti gratuitamente come fossero “caramelle regalate dagli sconosciuti”... in quanto tali caramelle, alla fine, risulterebbero avvelenate.
* Sergio Moschetti, Presidente Sindacato Nazionale Dirigenti Giornali Quotidiani