Giovani medici pagati a pizza e birra: follia dello sfruttamento made in Italy
Il gruppo Facebook per combattere le ingiustizie lavorative
Pagati a pizza e birra. Capita anche questo ai giovani medici in cerca di lavoro. Capita nel Lazio, ma capita in tutta Italia. Così mentre in Europa, dalla Gran Bretagna alla Germania alla Svezia, i nostri laureati in medicina trovano lavoro e dignità e spesso fanno veloci carriere, qui da noi vengono trattata da pezzenti. A sollevare il velo su un fenomeno di sfruttamento massiccio e diffuso e ignorato dall’attuale dirigenza dell’Ordine dei Medici è un gruppo di recente formazione attivo su Facebook (Giovani medici anti sfruttamento) che è stato intervistato dalla web tv della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg Roma e Lazio).
Racconta la dottoressa Lucrezia Trozzi fondatrice e animatrice del sito: “Per garantire la copertura medica fissa negli incontri di serie B di una squadra di basket, hanno offerto ad una mia collega un compenso in natura: pizza birra ma non sempre, solo ogni tanto. La scusa è che in pratica doveva fare il medico di facciata, una presenza formale perché tanto c’era già il 118. Una vergogna e una follia vera, perché se succede il dramma, nostra è la responsabilità massima”. Nello sport pagare una miseria il medico è prassi diffusa, norma da nord a sud di questo nostro strano paese. Una grande società sportiva paga il lavoro per la certificazione del medico 8 euro, compenso omnicomprensivo, 100 euro netti per stare dalle 8 alle 17 a seguire come medico un concorso equestre.
Ma se lo sport è una lunga sequele di offese ad anni di studio e sacrifici di famiglie, anche i compensi offerti dai colleghi per le sostituzioni sono desolanti: per una sostituzione in turno festivo e notturno 160 euro per 12 ore, poco di 10 euro l’ora, 70 euro invece il compenso offerto per stare 12 ore in servizio sull’ambulanza cioè sei euro l’ora. Il sito dei giovani medici anti-sfruttamento è attivo da 10 giorni e già conta 1420 iscritti da tutta Italia. É un sito che che racconta una grande vergogna e spiega più di mille trattati perché i giovani scappano da questa Italia bloccata che rifiuta di togliersi da dosso le vecchie rendite di posizione.
Una luce in fondo al tunnel è la notizia che la commissione Bilancio al Senato ha approvato l'emendamento che introduce l'equo compenso per tutti i professionisti. Ma la strada è ancora lunga mentre se l’Ordine dei medici fosse più presente, questo saccheggio di saperi e dignità non sarebbe così quotidiano e tollerato.
“Questo è uno dei temi centrali della nostro impegno con la lista Medici Unita per il rinnovo dell’Ordine dei medici le cui votazioni sono previste per i primi giorni di dicembre - dice Pierluigi Bartoletti - questa vergogna deve finire. L’Ordine deve stabilire il congruo compenso per le varie tipologie d’intervento eliminando questa giungla che discredita la professione medica e genera condizioni d’insicurezza per i pazienti” . E anche per evitare la fughe desolate.
Dice uno dei post inseriti sul sito viene dalla Svezia e lo firma Marco: “Prima di andarmene - mi fecero un'ottima offerta. Aiuto in reparto medicina 40 ore settimanali più straordinari non pagati: "Devi aiutare" per la fantastica cifra di 1200 LORDI A PARTITA IVA quindi circa 500 netti, il tutto in struttura 70 km fuori città con spese ovvie di trasporto dato che treno/bus lì non ci arrivavano. Questo vista la mia esperienza e competenza. Assicurazione professionale a mio carico con super massimale, minimo un festivo al mese non retribuito in quanto pagavano già il Mdg. Felicemente svedese”. Tristemente vero.
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