Roma
Giovani violenti, Parsi: “Affetti da narcisismo e colpiti da problemi sociali”
Le parole della psicologa dopo gli episodi di violenza a Trastevere, nei quali dei ragazzi hanno massacrato un clochard
“Narcisisti, distruttivi, con storie familiari, scolastiche e sociali molto difficili. Necessario osservare le storie familiari, sociali e scolastiche, importante la centralità della scuola come luogo di aggregazione culturale e sociale”. La psicologa Maria Rita Parisi è intervenuta dopo gli ultimi episodi di violenza a Trastevere che hanno visto massacrare un clochard, un 16enne tirare una bottigliata in testa ad un coetaneo e un ragazzo minacciare e colpire con un coltello degli agenti di polizia.
"E' necessario osservare che famiglie, o meglio che storie familiari ci sono dietro questi ragazzi, che storie scolastiche, l'ambiente in cui vivono che non deve essere per forza quello delle periferie - spiega Parsi - Sono giovani talmente narcisisti e distruttivi che manifestano contro persone disperate, come appunto un senzatetto, una potenza pur sentendosi impotenti. Se la prendono con un disperato che non ha possibilità di reagire e cioè se la prendono con la proiezione di quello che potrebbero essere loro stessi".
“Viviamo in tempi di violenza assoluta che si riversa sui giovani”
Secondo Parsi "sono tempi di violenza assoluta, non si sente altro che parlare di morti civili in guerra, o una persona che entra in un supermercato e accoltella gli altri perché li vede felici, - spiega - il povero barbone è libero mentre questi ragazzi sono imprigionati, per così dire, in un modello di comportamento di grande inciviltà, con tanto di prospettive di distruttività totale con la minaccia nucleare che viene lanciata ogni giorno: un'atmosfera di distruttività e di violenza che non fa altro che generare violenza, abusi e conflitti dentro e fuori questi giovani".
“La scuola dovrebbe essere al centro della vita dei ragazzi”
"Per avere un'identità si cerca un nemico e lo si cerca debole, fragile e disperato: lo si cerca dove in realtà non c'è solo per avere un'identità nella crudeltà e nell'odio - conclude Parsi - Questo è un pericolo perché situazioni estreme come pandemia, guerra, recessione economica, mancanza di guide culturali, umane e sociali, produce famiglie disfunzionali, e poi violenza. E, a mio avviso, la scuola dovrebbe essere a 360 gradi ed essere il centro della vita dei ragazzi: servono figure di mediazione, un team medico sociopedagogico che possa intervenire ed essere di aiuto per le famiglie e i ragazzi in difficoltà. E non solo, la scuola deve essere un centro di aggregazione culturale, dove tenere conferenze, concerti, laboratori: un centro polivalente dove confrontarsi e dove trovare mediatori sociali e persone esperte in grado di essere di aiuto ed evitare lo sfocio nella violenza".