Roma
Giovanni Toti e lo schiaffo di Albano: “Votate Antoniozzi”, candidato di Fdi
Il Governatore del Liguria ad Albano: “Apriamo un dibattito sul centrodestra, no a scissioni”. Ma il candidato da votare alle Europee è di Fdi
di Fabio Carosi
Scissione in Forza Italia? Il Governatore della Liguria, Giovanni Toti “atterra” ai Castelli Romani e tira “lo schiaffo di Albano” a Berlusconi, Tajani e al gruppo dirigente di Forza Italia di Roma e della Provincia: il candidato da votare è Alfredo Antoniozzi, l'ex assessore comunale di Gianni Alemanno che, a sorpresa si candida con Fratelli d'Italia.
Qui Albano, roccaforte degli ex an, poi forzisti ora oscillanti tra centro destra e destra, Adriano Palozzi e Francesco Aracri. Dalla lontana Liguria – ma in realtà è nell'ufficio romano accanto al Senato - arriva il Governatore Toti, colui che da giorni bombarda Forza Italia negando una scissione ma dichiarando di voler aprire un dibattito sul futuro del centrodestra e in chiara opposizione al gruppo dirigente del partito, “schiacciato su Antoni Tajani” e i “tajaneros”.
Per Albano, epicentro mondiale del traffico, è un evento. Sul palco, giacche, cravatte larghe e persino le majorettes che intrattengono gli astanti. Chi non sa contare parla di bagno di folla, in realtà sono più o meno 400 volti noti delle campagne elettorali, giunti ai Castelli per gridare a gran voce che di “Forza Italia non si può morire”. E sei i capibastone Palozzi e Aracri, simbolo di una provincia stanca ma pur sempre fedele chiamano a raccolta, le truppe cammellate rispondono con entusiasmo.
Forza Italia vota Antoniozzi, Fdi
Attenzione, il candidato per le Europe di Fdi viene solo salutato. E' in platea, sorridente. E' evocato ma nessuno dirà mai per tutta la serata che il voto dei forzisti “burini” non è per il capolista Antonio Tajani ma per Antoniozzi che distribuisce sorrisi, mentre le hostess consegnano una ad una le buste con i santini. Letta così non è una scissione ma uno “schiaffo” al ciociaro di Anagni (Tajani) che si ostina a governare un partito che non c'è più. Se non sarà scissione, sarà dissoluzione ed è quella che Giovanni Toti vorrebbe forse evitare, ricordando gli anni migliori del Partito, “quando si vinceva”.
Toti all'attacco di Virgina Raggi
Quasi emulo di Matteo Slavini, Giovanni Toti dedica il suo primo affondo a Virginia Raggi: “Sono partito con 90 minuti di anticipo e sono arrivato qui con mezz'ora di ritardo a causa del traffico”. E ha ragione: Roma-Albano è come un viaggio coast to cost nel meraviglioso mondo del traffico impazzito, con la Regina Viarum, l'Appia, che è una lunga interminabile coda dal Raccordo Anulare sino al budello di Albano.
Nel Lazio il modello Liguria
Toti è chiaro come l'agonia di Forza Italia e racconta alla sala il suo sogno: esportare anche nel Lazio, “in ogni provincia e anche a Roma”, il “modello Liguria” dove in 3 anni è stata cambiata la classe dirigente e dove i sindaci sono stati chiamati a incarichi superiori, “Perché l'Italia è il Paese dei Comuni”. Tace sul fatto che la Liguria forzista si tiene in piedi coi voti della Lega e sorvola sull'abbraccio con la Meloni ma il disegno è chiaro: ricostruire il centrodestra con Fdi e Lega e tornare a sedurre romani e “laziali”, con la tenaglia che si stringe intorno al Cinque Stelle e al Pd di Zingaretti.
Scissione di Forza Italia? Roba da giornalisti
Chi insiste sul lemma ”scissione” viene liquidato così: “Roba da giornalisti”. Non si chiama scissione quella che sogna ma eutanasia di un partito moribondo, a partire dal sottoleader sempiterno Tajani. I forzisti che muovono i voti della provincia hanno già deciso: lontano dal cadavere di Forza Italia per entrare nel centrodestra del futuro prossimo venturo con Toti che gira sottobraccio alla Lega e inciucia con Giorgia Meloni. Lo schiaffo all'uomo di Anagni è consumato. Dopo Roma toccherà a Viterbo, Latina e Frosinone. Poi la marcetta su Roma. C'è da trovare un candidato sindaco.