Roma

Giunta Marino, la rivolta di Sel. Vendola: "Roma e il Pd allo sbando"

E' nella coop La Cacciarella che la delusione di Sel per l'estromissione dalla nuova Giunta Marino si trasforma in rivolta. Toni pacati ma decisi a partire dal leader Nichi Vendola che esplodono in una richiesta di elezioni.
Ad aprire la notte dell'ira ci pensa lo stesso Vendola che boccia sonoramente Marino: "Marino rischia di non poter fare nient'altro che il curatore fallimentare del proprio ente se non Renzi non cambia atteggiamento, soprattutto sul Giubileo. L'austerity non ti dà la possibilità una prospettiva di futuro". A seguire l'analisi: "L'auspicio è che Ignazio Marino trovi veramente l'energia sufficiente per dare una svolta a questa città. L'elemento cruciale per noi è lo sbando, la deriva di Roma con i suoi problemi e i suoi dolori. L'impressione è che nell'urgenza di questa svolta la montagna ha partorito il topolino, e che il Pd abbia preferito risolvere i problemi interni piuttosto che quelli della città. Mi pare come un passo indietro rispetto al bisogno di apertura e coinvolgimento".
Quindi l'affondo: "Il nostro atteggiamento non è pregiudiziale, ma quello di chi vuole dare sostegno all'esperienza di Marino, giudicandolo su ogni singola delibera: ogni volta che si andrà nella direzione del cambiamento daremo il sostegno determinato e determinante. Al contrario, avremo le mani libere".
E dopo Vendola, la parola all'ex vicesindaco, Luigi Nieri che però affida a Fb le sue esternazioni: "Ho mantenuto, in queste settimane, un silenzio totale e rispettoso del lavoro che stava facendo il sindaco Marino per ricomporre la Giunta capitolina. Oggi quel lavoro è terminato, c'è un nuovo vicesindaco di Roma, e io posso fare serenamente alcune considerazioni. Prima di tutto ci tengo a ringraziare davvero di cuore tutte le persone che, a vario titolo e con ogni mezzo, mi hanno fatto pervenire il loro sostegno dopo le mie dimissioni. L'affetto e gli attestati di stima ricevuti in queste settimane mi ripagano dei sacrifici fatti in questi anni e mi danno atto del duro lavoro svolto, molte volte faticoso ma anche entusiasmante. In secondo luogo, devo purtroppo aggiungere una nota amara. Due anni fa avevamo cominciato questa consiliatura con l'entusiasmo di chi voleva cambiare tutto e amministrare la Capitale d'Italia con politiche di sinistra".
I toni salgono sino all'esasperazione quando parla Imma Battaglia: "Sono senza parole: oggi si è rotta una relazione, si è rotto il patto con gli elettori. Penso sia corretto andare a elezioni. Tra l'altro, un capo che cambia continuamente dirigenti si deve fare una domanda, questa città merita rispetto".
E anche dalla seggiola di vicepresidente della regione Lazio, Smeriglio spara alto: "Noi respiriamo l'aria del mondo, ma una cosa voglio dirla: in quella giunta non c'è neanche un romano. Forse avere qualcuno che vive nei quartieri, che conosce avrebbe aiutato una giunta che vive per aria. Non funziona che ogni volta che hai un problema la responsabilità sono di qualcun altro, di un tuo sottoposto. Se ogni volta scarichi qualcuno, solo eri e solo rimani. In questo modo non si costruisce fiducia né senso comune. Questo vale per la sinistra e anche per Roma. I dispetti del Pd si risolvono in una comica sulla pelle di questa città. E a proposito dei nuovi ingresso: "Non c'è un giudizio sulle singole personalità, alcune delle quali conosco e stimo, ma è evidente che il vero problema sono le cattive abitudini della politica e cioè prendere i voti con una coalizione e poi ritrovarsi con un monocolore Pd che si dovrà spiegare alla città".
E Peciola rincara: "È stato finalmente svelato il piano del centrosinistra romano: la presenza di Sel dava fastidio. Ora si svela l'arcano. Il tentativo era quello di commissariare Roma e farla diventare colonia del governo Renzi".