Roma

Gli agricoltori contro la Regione: “Misure troppo blande. Serve fare di più”

Secondo la Cia bisogna vietare le attività sportive e ludiche nei parchi per evitare la diffusione del virus

Gli agricoltori alzano la voce e attaccano il Lazio sulla Peste suina. Secondo la Cia-Agricoltori italiani, la Regione starebbe facendo troppo poco, adottando “misure troppo blande a Roma per contrastare il contagio Peste suina africana fra i cinghiali, rispetto a quelle ben più restrittive adottate in Piemonte e Liguria, dove si combatte da gennaio col virus".

"Dopo l'ordinanza regionale, nell'area delimitata dell'Insugherata - dichiara il presidente Cia, Dino Scanavino - sono ancora possibili tutte quelle attività sportive e ludico ricreative che concorrono alla diffusione del virus, di cui l'uomo, che ne è immune, è vettore, tramite calzature, vestiario, automezzi e attrezzature. Tutte attività che nella zona rossa al Nord sono state subito interdette. Speriamo - afferma - che il prossimo arrivo degli ispettori Ue a Roma abbia un influsso determinante sui nostri decisori politici, da parte nostra sollecitiamo, ancora una volta, politiche di contenimento, con una campagna di riduzione del numero dei capi".

Secondo gli Agricoltori potrebbe esserci il rischio che la Peste suina si diffonda a macchia d'olio anche in altri parchi laziali, per poi arrivare in Maremma, e contagiare così la popolazione suina. Una “grave ricaduta economica stimata" da Cia di “circa 200mln, valore della produzione del settore nelle due Regioni, Lazio e Toscana, cui si potrebbe aggiungere anche l'Umbria. Senza contare - conclude la Confederazione - il rischio dell'adozione di misure restrittive dell'import di carni suine da parte dei Paesi terzi, con danni economici pesantissimi alla filiera (1,6 mld il valore dell'export), pregiudicando la qualità del marchio Made in Italy nel mondo".