Roma
Google map e la Divina Commedia: il viaggio digitale nell'Italia di Dante
Ruderi di castelli, luoghi geografici spazzati via dal tempo, illuminati nel libro di Giulio Ferroni L’Italia di Dante-Viaggio nel paese della Commedia
di Patrizio J. Macci
Il Google Maps dello Stivale come se fosse stato scritto da Dante Alighieri servito in un solo volume. In giro per l’Italia con la Divina commedia nello zaino e in mano una guida turistico letteraria redatta da uno dei più importanti studiosi di letteratura italiana.
A fare da guida è il professor Giulio Ferroni che ha approfittato della quiete della pensione per scatenarsi in un viaggio bramato e sempre rimandato per gli impegni di studio e di insegnamento. Il risultato è un solido volume di oltre milleduecento pagine (rilegato come il dio dei libri comanda) con un minuzioso indice dei nomi e indice dei luoghi dove da nord a sud, dalle alpi alla Sicilia lo studioso ricostruisce i luoghi citati dal Poeta, li racconta attraverso i propri occhi senza perdere di vista che il viaggio avviene spesso su comodi treni e con tecnologie di settecento anni dopo.
La lettura del testo svela un Paese che già c’era nonostante la sua fondazione avvenga secoli dopo. Dante fonda l’Italia nel momento in cui delinea il canone della sua lingua, argomento di discussione tra gli studiosi ma sul quale il Professore ha il coltello tra i denti e lo dimostra anche con questo libro.
Il diario di un pellegrinaggio diviso in sezioni che corrispondono ai diversi luoghi visitati in successione più o meno cronologica con l’arricchimento di dettagli e notizie scritte a posteriori, spesso vere gemme sottovalutate o affogate nel delirio delle notizie che incalzano nel tamburino dei media ogni giorno. Il suo occhio non si ferma solo allo strettissimo campo di competenza professionale. A Pistoia, per esempio, viene svelato un degno ricordo dell’eccidio di via Fani e dell’Omicidio di Aldo Moro agli occhi di chi scrive molto più significativo di quello nella Capitale dove si consumarono i cinquantacinque giorni del sequestro. Una scrittura che non si piega ai diktat del mercato editoriale, lontana anni luce dalle logiche delle classifiche dei libri legata solo alla meraviglia della scoperta e ai suoi sentieri. Conscio che forse non tutti i luoghi citati da Dante nelle cantiche sono state viste con i suoi occhi, Ferroni si avventura nella ricerca di ruderi di castelli, luoghi geografici spazzati via dal tempo ma ora illuminati e fatti resuscitare dalla parola.