Roma

Governo Conte bis, a Roma il Pd non cambia idea: guerra a Raggi ed M5S

Il capogruppo Pd in Campidoglio Pelonzi: “Il nostro giudizio sulla Raggi non cambia. O ci ascolta, o parleremo direttamente con il Governo”

di Federico Bosi

È nato il Conte bis, l'Italia ha un nuovo Governo M5S-Pd. Ma su Roma non è scoppiato lo stesso amore tra le parti: il gruppo dem romano non cambia idea sul sindaco Virginia Raggi e promette la guerra se non verranno ascoltate le loro proposte. Parla ad Affaritaliani Antongiulio Pelonzi, capogruppo Pd in Campidoglio.

 

Pelonzi, il gruppo Pd di Roma ha detto che il Governo giallorosso appena formatosi non fa cambiare il vostro giudizio sulla Raggi. Venerdì prossimo però ci sarà un incontro con lil sindaco. Di che cosa si discuterà?

“L'incontro di venerdì è l'ultimo di una serie di faccia a faccia che Raggi sta avendo durante la settimana con tutte le opposizioni come Lega, Fratelli d'Italia e Fassina. Il sindaco ha detto che vuole ripartire in modo differente e di voler ascoltare cosa hanno da dire i capigruppo di opposizione. Noi abbiamo sempre fortemente criticato Raggi per non aver ascoltato le opposizioni. In passato anche tra sindaci come alemanno e marino c'erano forti conflitti con l'opposizione ma prima c'era sempre un confronto tra le parti. Il sindaco M5S invece non ci ha mai voluto ascoltare in tre anni e mezzo di amministrazione. Ora con questi incontri, Raggi sta chiedendo a tutti quali sono i punti suoi cui il gruppo punta per poter vedere se ci sono le basi per lavorarci insieme. Noi andremo all'incontro anche se pensiamo che sia ormai troppo tardi. Sono state troppe le nostre battaglie inascoltate”.

Avete sempre fatto una opposizione ferrea nei confronti della raggi, etichettandola anche come uno dei peggiori sindaci della storia di Roma. E ora? Quali sono i prossimi passi?

“La nostra opinione non è cambiata. Se l'M5S continuerà a non ascoltarci, coglieremo l'occasione di avere al Governo il Pd e consegneremmo direttamente a loro le nostre proposte non su Roma, quelle proposte che la giunta Raggi non ha mai voluto ascoltare e prendere in considerazione”.

In funzione dell'accordo di Governo, chiederete alla Raggi qualche assessorato in modo da fare squadra anche in Campidoglio?

“Non lo so, per ora non è negli orizzonti degli eventi. Io mi trovo difronte una giunta che ha mandato Roma al disastro. Vediamo quello che succederà”.

Anche il gruppo di Pd di Roma ha parlato di discontinuità. Cosa intendete per discontinuità programmatica?

“Il passato Governo gialloverde, totalmente a trazione Lega e Salvini, non ha mai preso in considerazione Roma come capitale d'Italia. Non sono mai stati trattai temi come la riforma dei poteri di Roma, le iniezioni di liquidità per il Campidoglio per la manutenzione straordinario o l'importantissimo tema dei rifiuti. Tanti temi derubricati completamente dall'agenda di Governo nonostante il sindaco di Roma fosse di uno dei partiti al comando. È stata quindi la Lega ad impedire il tutto. Noi per discontinuità intendiamo che l'M5S cambi atteggiamento e ponga il tema di Roma tra i primi su cui discutere perché siamo certi che per il Pd lo è”.

Ma Roma è stata messa dal neo Governo M5S-Pd all'ultimo posto nella prima bozza di programma. Gli hanno dedicato appena due righe...

“Sì, è vero. Ma adesso è stato cambiato. Da due righe siamo passati a tre parole, tre parole importantissime ovvero 'rivedere il TUEL', il Testo Unico Enti Locali. Sono tre parole sì, ma di un peso enorme. Così si può fare una riforma e dare più poteri a Roma”.

Nel Pd c'è una spaccatura tra filo renziani e zingarettiani. Il gruppo di Roma da che parte pende?

“Mah non lo so. Io credo che invece il Pd ha dato prova al paese intero di essere un partito unito. Non era facile gestire una crisi in così pochi giorni. Il Pd è stato monolitico e lo è anche il gruppo romano. Faccio i complimenti al segretario Zingaretti per quello che è risuscito a fare”.