Roma
Governo Pd-M5S, Alemanno: “Salvini come Berlusconi e Renzi: vittime dell'Io"
L'ex sindaco Gianni Alemanno: “Su Roma Zingaretti e Raggi sono già d'accordo in nome di emergenze, come i rifiuti, create da loro"
di Fabio Carosi
Gianni Alemanno parte per le vacanze vacanze con il centrodestra e il Paese “salviniano” e al ritorno la sorpresa: il fronte sovranista non c'è più. Anzi, Pd e M5S stanno firmando un compromesso storico.
Alemanno, cosa è successo in pochi giorni?
“E' una cosa sconcertante, questa capriola è il compimento negativo di una politica che ormai è incartata su se stessa. Si fa il governo più folle della storia repubblicana per impedire agli italiani di votare”.
Quindi secondo lei il Governo Pd-M5S si farà?
“A questo punto sì, sono terrorizzati all'idea di un presidente della Repubblica eletto da Salvini. Ma il vero scoglio non sarà la formazione del Governo ma la legge Finanziaria”.
Secondo lei cosa è successo a Salvini?
“Matteo Salvini è vittima del meccanismo della personalizzazione della politica. Ha colpito prima Berlusconi che però ha retto più a lungo, poi è toccato a Renzi e ora a Salvini. Il meccanismo è lo stesso: concentrazione dei poteri, cerchio magico e perdita di contatto con la realtà. A meno che non ci sia dietro qualcosa che non conosciamo, senza ascoltare Giorgetti e nessun altro ha preso una decisione che l'ha mandato fuori strada. Consiglierei però di non considerarlo affatto morto. Ora torna al suo ruolo più facile e adatto: l'opposizione”.
Alemanno, con quale faccia il Cinque Stelle va al Governo col Pd dopo anni di insulti?
“Il loro populismo moralistico regge solo quando sei nuovo. La loro furia regge il tempo della pubertà politica, quando finisce si vede che non sono minimamente attrezzati. Loro sono diventati i tonni della scatoletta che volevano aprire, come ha detto la Meloni. Basta vedere le loro facce compiaciute in tv per scoprire personalismo e attaccamento alle poltrone. Ma questo è l'ultimo atto prima del declino”.
Rovesciamo i termini: con quale faccia il Pd si mette a governare col Cinque Stelle dopo anni di insulti?
“Perché c'è il mostro sovranista, c'è Salvini e c'è l'emergenza democratica. Come Togliatti governò con De Gasperi e Berlinguer con Andreotti loro giustificano con l’emergenza questo tipo di alleanze. Però fanno un errore clamoroso: non è Salvini che ha creato le paure negli italiani, ma sono le ansie degli italiani che hanno creato Salvini. Vedo un fallimento inevitabile e l'unica preoccupazione è che si prepari una grande svolta repressiva. Un governo che demonizza le istanze popolari e rischia di sfociare in una svolta repressiva antidemocratica”.
Ma come l'antidemocratico non era Matteo Salvini?
“Salvini semmai eccede nel populismo e nell'eccessiva semplificazione dei processi democratici. Salvini antidemocratico è una manipolazione. Qui siamo di fronte a persone non elette dal popolo che si appropriano della cosa pubblica in nome di una presunta emergenza. Il simbolo di tutto questo è un presidente della Repubblica non eletto dal popolo. Con Mattarella abbiamo per l'ennesima volta un presidente che altera i risultati del voto e si permette questo perché è stato eletto attraverso un accordo di palazzo. La chiave tra democrazia e antidemocrazia in Italia passa per l'elezione diretta del Capo dello Stato. Macron è partito sull'emergenza Le Pen oggi i sondaggi ci dicono che l'operazione è fallita e chi vota sceglierà Le Pen. Ogni volta che c'è una governo di centrodestra la sinistra si ricompatta e calpesta la democrazia”.
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“L'Italia continua ad essere una colonia e da questo nasce la sfida del sovranismo. Il sovranismo non è un'avventura e l'errore di Salvini è aver fatto scelte con troppo semplicismo e improvvisazione ed è così che si è costruito questa momentanea sconfitta.”
Parliamo di “cose romane”: per tutto il mese di luglio Zingaretti ha tenuto sotto scacco la Raggi sull'emergenza rifiuti. Che succederà? Andranno a gettare la “monnezza” insieme?
“Cosa succederà nel contesto romano è visibile nei post del capogruppo regionale M5S. Anche qua c'è sempre la scusa dell'emergenza e Zingaretti dirà che per affrontarla bisogna collaborare, anche se l'emergenza l'hanno creata loro. Quindo andranno d'amore e d'accordo con la scusa di salvare la città da mali che loro stessi hanno creato. E il fatto che Zingaretti rimanga in Regione trasformerà il Lazio nel banco di prova per dimostrare quando sia impossibile governare tra PD e M5S. A Roma se non si fa l'inceneritore non si risolve l'emergenza rifiuti. Sono capaci di affrontare questa vicenda o continueranno con con utopie pseudo-ambientaliste”?