Roma

Grand hotel Roma, box auto spacciato ai turisti come b&b: denunciata titolare

Box auto seminterrato spacciato online per un bed & breakfast per turisti stranieri: denunciata la titolare, una donna di 30 anni

Box auto a San Lorenzo spacciato per un bed & breakfast per turisti dotato di ogni comfort. La proprietaria dell'attività, una 30enne, è stata denunciata e multata per aver attivato la struttura senza la prescritta licenza comunale.

 

Dall’inizio dell’anno gli agenti del commissariato San Lorenzo, diretto da Luigi Mangino, hanno intensificato i controlli amministrativi nella zona di competenza, passando al setaccio numerose attività tra affittacamere, B&B e case vacanze, molte delle quali risultate essere completamente abusive ovvero sprovviste sia dell’autorizzazione amministrativa rilasciata dal comune di Roma e sia dall’abilitazione al portale “Alloggiati Web” rilasciata dalla Questura di Roma, necessaria per la segnalazione (con finalità di prevenzione del terrorismo) delle persone alloggiate.’ultimo caso in ordine di tempo ha riguardato una struttura ricettiva abusiva di via dei Sabelli.

Dalle verifiche effettuate è emerso che, nonostante sui vari portali online fosse pubblicizzata come un appartamento vero e proprio, dotato di tutti i comfort, in realtà era stata ricavata all’interno di un box auto posto al piano seminterrato di un condominio. Ai malcapitati turisti, quasi tutti stranieri, una volta arrivati in Italia e scoperto l’imbroglio, non restava che accettare tale sistemazione di fortuna.

La titolare dell’attività, una donna di circa 30 anni, è stata segnalata all’autorità giudiziaria per la mancata comunicazione all’autorità di Pubblica Sicurezza delle persone alloggiate nonché multata per aver attivato la struttura senza la prescritta licenza comunale.

Un altro gestore invece, un uomo di circa 30 anni, titolare di un appartamento privato sempre di via dei Sabelli, è stato segnalato all’autorità giudiziaria per il reato di peculato. Dalle verifiche effettuate, infatti, è emerso che lo stesso, sistematicamente, tratteneva abusivamente per sé parte di quanto riscosso per conto del Comune di Roma a titolo di tassa di soggiorno. Con l’intento poi di coprire tale illecita contabilità parallela, decideva di omettere molte segnalazioni previste dall’art. 109 del T.U.L.P.S.