Roma

Grattacielo Parnasi, urgono lavori per 220 mila €: paga l'ex Provincia di Roma

L'immobile realizzato da Parnasi e acquistato dall'ex Provincia di Roma ha già bisogno di lavori urgenti. E l'Area Metropolitana paga

di Enza Colagrosso

Con determina del 6 Marzo 2019 la Città Metropolitana s’impegna a pagare ben 222.825,54 euro per la manutenzione straordinaria degli ascensori del “Grattacielo Parnasi”, anche conosciuto come il Grattacielo che non è stato ancora finito di pagare.

Nel pasticciaccio della compravendita di questo edificio, acquistato senza agibilità per un Ente, la Provincia di Roma, a quel tempo già in dismissione, arriva così un pizzico di peperoncino a render ancor più piccante il tutto: si paga la manutenzione di ascensori non ancora di proprietà diretta della Città Metropolitana e sottoutilizzati in quanto siti in un edificio non è ancora al completo.

Va ricordato che il passaggio definitivo della proprietà del Grattacielo, dal Fondo immobiliare alla Città Metropolitana che già lo utilizza, avverrà solo quando sarà saldato il prezzo di circa 263milioni di euro. Ecco perché lascia un po’ basiti leggere che la Città Metropolitana, nonostante la maretta di questi giorni proprio intorno ai conti del Grattacielo, paghi senza batter ciglio una manutenzione di 6 ascensori siti in uno stabile da poco collaudato e non di sua proprietà.

Già la Corte dei Conti ha rilevato come l’operazione per l’acquisto del Grattacielo, e lo stesso suo prezzo accordato, presentino molti lati oscuri. Sembra così piovere sul bagnato la spesa di questi nuovi 200.000,00 euro circa che, uniti ad un altro milione di euro stanziati, sempre dalla Città Metropolitana, per la pulizia, la sicurezza, il trasloco e l’antincendio (vedi determina del 5 marzo 2019) nel Grattacielo, rendono questo stabile una vera e propria macchina mangiasoldi.

Sugli impianti, compresi gli ascensori, e sulla struttura del Grattacielo grava il sospetto, formalizzato dalla Procura contabile, di un grave conflitto d’interessi al momento dell’acquisto da parte del Fondo, visto nel 2012 il venditore del Grattacielo e il mandatario dell’acquirente coincidevano nello stesso soggetto: Bnp Paribas vincitrice della gara, per l’acquisto da se stessa, aggiudicata da Paolo Berno. Ma nonostante ciò, mentre la Corte dei Conti chiede a Nicola Zingaretti, a Virginia Raggi, all’ex sindaco Ignazio Marino, all’ex presidente della Provincia Enrico Gasbarra e a circa altri 100 nomi noti di restituire 263.460.600 euro spesi per acquistare il Grattacielo, la Città Metropolitana decide di spendere, nel 2019, circa 1.200.000,00 euro nonostante il pasticciaccio.

Nella determina quello che spicca è poi il nome di Roberto Del Signore, dominus indiscusso dei palazzi della capitale, da circa venti anni. Per lui, si può proprio dire: “cascasse il mondo” quel posto rimane il suo. Vale infatti la pena ricordare che sul suo curriculum una delle macchie è la “polverizzazione” della statua del Marco Aurelio caduta mentre lui dirigeva dei lavori di restauro nella sede della Provincia, a Palazzo Valentini. A Palazzo Valentini, Del Signore c’era sbarcato, voluto da Gasbarra, nonostante avesse in corso un procedimento per violenza sessuale aggravata dal fatto che nel momento in cui è stata consumata, Del Signore vestiva i panni di pubblico ufficiale. Da Gasbarra a Zingaretti la situazione non è cambiata molto: Zingaretti ha dato a Del Signore la carica di vice direttore generale dell’allora Provincia di Roma nonostante la Cassazione avesse espresso su di lui una condanna definitiva a diciotto mesi con la condizionale. La carica gli fu poi revocata dopo due mesi ma, nonostante ciò, Roberto Del Signore è rimasto. Mistero dei palazzi romani.

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