Gravidanza, aumentano i medici obiettori. Ma diminuiscono i tempi di attesa
La “Relazione del ministro della Salute sulla attuazione della legge sull'interruzione di gravidanza”
Più medici obiettori di coscienza, il 70%, ma tempi di attesa minori per l'interruzione volontaria di gravidanza e meno interventi. È il quadro che emerge dalla “Relazione del ministro della Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza”, trasmessa al Parlamento con i dati relativi al 2014 e 2015.
Secondo il dicastero, “su base regionale e, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, non emergono criticità nei servizi di Ivg”.
La Relazione indica dunque che “in sei anni in Italia, in media, gli obiettori sono aumentati e i tempi di attesa diminuiti, cioè migliorati”. Il Lazio non fa eccezioni: per quanto riguarda gli obiettori in otto anni sono aumentati dal 77,7% al 78,2% e i tempi di attesa diminuiti (aumentano dal 47,8% al 51,7% le donne che aspettano 'meno tempò e diminuiscono dal 13,7% al 7,3% quelle che aspettano più a lungo).
In Umbria e Marche, gli obiettori diminuiscono e i tempi di attesa aumentano. Nelle Marche gli obiettori diminuiscono passando da passano dal 78,4% al 70,1%, le donne che aspettano 'pocò diminuiscono dal 73,9% al 70,6%, e quelle che aspettano 'moltò aumentano dal 5,6% al 7,7%, cioè peggiorano nonostante la diminuzione degli obiettori«. In Umbria gli obiettori passano non fanno proseliti passando dal 70,2% al 65,6%, mentre le donne che aspettano “poco” diminuiscono dal 51% al 43%, e quelle che aspettano “molto» aumentano dal 13,3% al 17,5%.
In Veneto la situazione è ancora diversa: anche i qusto caso c'è una diminuzione degli obiettori (dal 79,1% al 77%) e anche i tempi di attesa (aumentano dal 34% al 50,5% le donne che aspettano meno tempo e diminuiscono dal 23,4% al 15,3% quelle che aspettano più a lungo), che quindi sono migliorati.
"Da questi esempi - si legge nella Relazione - si vede che non c'è correlazione fra numero di obiettori e tempi di attesa: le modalità di applicazione della legge dipendono sostanzialmente dall'organizzazione regionale, risultato complessivo di tanti contributi che, naturalmente, variano da regione e regione (e probabilmente anche all'interno della stessa regione). Già ad oggi, è possibile per l'organizzazione sanitaria regionale attuare sia forme di mobilità del personale sia forme di reclutamento differenziato come ha fatto la Regione Lazio per il S. Camillo. Infine, «valutando le Ivg settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore, considerando 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua 1,6 a settimana, un valore medio fra il minimo di 0,4 della Valle d'Aosta e il massimo di 4,7 del Molise".