Roma

Graziella e Italo, rapiti e uccisi in Libano. Un mistero che vale il Segreto di Stato

E' il 1980 quando Italo Toni e la sua compagna e collaboratrice Graziella De Palo si recano in Libano per per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico-militare del paese. La mattina del 2 settembre i due giornalisti italaliani da dieci giorni a Beirut, escono dal loro albergo per recarsi con una jeep del Fronte Democratico Popolare per la Liberazione della Palestina nei pressi del castello di Beaufort. Il giorno prima avevano comunicato i loro piani all'ambasciata italiana, chiedendo espressamente di essere cercati se non fossero rientrati nel loro albergo entro tre giorni. Da quel momento di loro si perde ogni traccia.

A 35 anni dalla loro scomparsa ancora manca una verità certa. La versione più accreditata parla di un rapimento e di un'uccisione per mano dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina lo stesso 2 settembre del 1980, giorno della loro scomparsa. Tuttavia sulla vicenda dei due cronisti nel 1984 Bettino Craxi mise il Segreto di Stato. Ad oggi lo Stato italiano ha desecretato alcuni documenti relativi all'omicidio, ma non tutti: una vicenda legata a doppio filo con la strage di Bologna e con i rapporti tra servizi segreti italiani e palestinesi. Sullo sfondo, il cosiddetto Lodo Moro, scaduto definitivamente nell’agosto scorso.

La famiglia De Palo chiede quindi alle Istituzioni e al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di permettere la massima trasparenza su una vicenda della storia recente dell'Italia cancellata ad arte dagli annali delle cronache, ma indicativa di oscuri accordi e dinamiche che hanno da sempre caratterizzato la storia del nostro Paese.

"E' assurdo - spiega Giancarlo De Palo - che a 35 dalla loro scomparsa ancora non si possa avere una verità certa su come siano andate le cose né piangere sul corpo di mia sorella, morta a soli 24 anni. La nostra famiglia - prosegue De Palo - è stata quasi sempre lasciata sola e alle nostre richieste è stata messa la sordina. Chiediamo quindi che chi sa, sia costretto a dire la verità sulla fine di Graziella e Italo e al governo di sostenerci in modo concreto, in primis adoperandosi finalmente per il rimpatrio dei poveri resti.”