Roma

Gualtieri soffia sulle Vele di Calatrava: “In auge il simbolo dello spreco"

Antonio De Santis, lista civica Raggi, riapre il dibattito sui costi e l'utilità delle Vele, ultimate solo al 40%. L'opinione

di Antonio De Santis

Il vento sta cambiando e, adesso, gonfia anche le vele di Calatrava. Ieri il sindaco Gualtieri ha dichiarato: “Crediamo che la vela di Calatrava possa svolgere un ruolo come polo di accoglienza per alcuni grandi eventi”.

Insomma, il simbolo storico dello spreco a Roma torna in auge. Le esosissime vele tornano a gonfiarsi col vento che spira con la nuova Giunta. Con buona pace dei fiumi d’inchiostro con cui, per anni, è stato raccontato ai cittadini uno dei più grandi esempi di sperpero di denaro pubblico che mai si sia registrato a Roma. Un imperituro monumento iconico sul come bruciare denaro pubblico utilizzabile, invece, per ben altri scopi e in ben altre modalità.

Il costo? Lievitato da 60 a 400 milioni

Parliamo di una struttura il cui costo era stato inizialmente stimato in 60 milioni di euro, cifra poi raddoppiata già al momento dell’assegnazione dell’appalto e letteralmente schizzata oltre quota 400 milioni di euro negli anni successivi. Ad oggi, rispetto al progetto iniziale, è stato edificato solo il 40% della struttura. Si tratta quindi di un’enorme opera incompiuta, di cui rimane traccia solo un cantiere chiuso nel 2010 e mai riaperto nonostante gli innumerevoli tentativi di ridare un senso ad una struttura inutile e apparentemente irrecuperabile, tanto da spingere lo stesso Carlo Calenda a chiederne lo smantellamento per poi riciclare i materiali. Ma anche lo smantellamento dell'opera, davvero dannata, comporterebbe costi esorbitanti per la comunità.

E allora, visto che il vento con Gualtieri sta cambiando, perché non ricominciare da capo riavvolgendo il nastro? L’auspicio è che il film, stavolta, cambi quantomeno trama e che il vento cambi davvero.

Antonio De Santis, capogruppo Lista Civica Raggi

 

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