Roma

Guerra agli storni: ci pensano i falchi. Ira degli animalisti: "Metodo medievale"

Da lunedì pomeriggio cinque falchi hanno il compito di fare la guerra agli storni per evitare che il cuore di Trastevere si trasformi in una latrina a cielo aperto. La pioggia di guano che da giorni ammorba praticamente tutti i quartieri di Roma si combatte anche così, con un metodo che gli animalisti hanno subito etichettato come "medievale, cruento e anacronistico". L'obiettivo della presenza dei falchi è  quello allontanare e scacciare gli uccelli dai loro dormitori per evitare che strade, macchine e scooter siano ricoperte delle loro deiezioni. I 5 falchi di Harris, di proprietà di un falconiere di Latina, sono una soluzione tampone in attesa che il Comune sblocchi la gare per l'annuale servizio anti-storni, 40mila euro per i 60 interventi con il dissuasore sonoro previsti fino a primavera, che, complice il caos politico, sono rimaste nel cassetto del dipartimento capitolino. La sperimentazione, gratuita per il Comune, sarà ripetuta per tre giorni.

“E’ paradossale che siano proprio il Dipartimento Ambiente del Comune e il I Municipio, i primi a contraddire venti anni di politiche di utilizzo di metodi incruenti e a violare un Regolamento comunale di tutela degli animali!” – fa notare la LAV, che ne chiede il  blocco immediato e il sanzionamento da parte del Corpo della Polizia di Roma Capitale ai sensi dell’articolo 48, poiché “è vietato il rilascio in ambiente di volatili, ad eccezione di quelli curati dagli autorizzati Centri di Recupero Animali Selvatici”. E, in ogni caso, “le azioni di contenimento del numero dei volatili in libertà o tutela di talune aree, non possono essere esercitate con metodi cruenti” come è evidentemente questo, sia per il maltrattamento dei rapaci, sia perché i falconieri non possono garantire al cento per cento che nessuno storno venga attaccato e ucciso".

“Un ritorno al passato, tanto inutile quanto barbaro, perché l’addestramento dei falchi,  oltre a non costituire una soluzione per regolare la presenza degli storni, si basa sul grave maltrattamento al quale sono sottoposti questi rapaci sin da piccolissimi – commenta la LAV che aggiunge – di fronte a un problema di guano e prevenzione degli incidenti, che sta a cuore ovviamente a tutti i cittadini, noi compresi, l’Amministrazione sta dando una risposta ridicola e inconsistente”.
 
“La prova di volo avvenuta ieri a Trastevere, dovrà essere l’ultima, anche perché la sua reiterazione renderebbe normale, agli occhi dei cittadini, l’utilizzo di falchi addestrati, sottoposti ai comandi del falconiere, con le sofferenze che ciò comporta per gli animali” – prosegue la LAV.
 
Per poterli “addestrare”, infatti, i piccoli falchi vengono sottratti al nido quando ancora non possono volare e trasferiti nella gabbia del falconiere che diventerà il loro luogo di detenzione a vita. I rapaci saranno quindi costretti a vivere ogni giorno legati ad un trespolo, dal quale saranno rimossi solamente in occasione dei voli di addestramento. Animali nati quindi per volare per lungo tempo allo scopo di procurarsi il cibo, vengono sottratti ai genitori prima ancora di imparare a volare, allo scopo di essere utilizzati come “spaventapasseri”.
 
Ma non solo. L’uso dei rapaci per l’allontanamento di altri uccelli, è anche scarsamente efficace ed ha un effetto soltanto temporaneo. Infatti, una volta cessata la presenza del falco, gli uccelli tendono a far ritorno ai luoghi normalmente frequentati. Questo accade in maniera ancora più evidente per gli storni, che proprio per un comportamento legato alla loro struttura sociale, fortemente gregaria, tendono a riunirsi nei cosiddetti “dormitori”. In quelle aree, cioè, dove si raggruppano per trascorrere la notte.