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Roma
Guerra Ucraina, è crisi alimentare. Coldiretti Lazio: "Agricoltori stremati"

La guerra in Ucraina fa triplicare i prezzi del cibo e Coldiretti Lazio punta a difendere il made in Italy con meno importazioni. Il Presidente: "Chiediamo alla Regione lo stato di crisi".

La crisi in Ucraina ha portato un ulteriore aumento dei costi dei beni alimentari in un settore, quello agricolo, già stremato da due anni di pandemia. Coldiretti Lazio lancia l'allarme e chiede alla Regione Lazio lo stato di crisi.

Coldiretti Lazio chiede stato di crisi

Il Presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, ha dichiarato: "In questa situazione decisamente complessa e complicata abbiamo chiesto lo stato di crisi, con l’impegno di un confronto utile alla ricerca di soluzioni che ci possano aiutare a consentire la vita dell’agricoltura e dunque anche la cura dei territori della Regione Lazio”.

Settori agricoli allo stremo

Dalla zootecnia che non riesce più sostenere i costi per l’acquisto dei mangimi per il bestiame e deve fare i conti con le speculazioni, all’ortofrutta con i prezzi del gasolio agricolo triplicato per i trattori, così come per i fertilizzanti. Dal florovivaismo che necessita di scaldare le serre e fa fatica a saldare le bollette dell’energia elettrica e gas ormai lievitati, al grano che ha messo a segno un aumento del 40,6% in una settimana per un valore ai massimi da 14 anni di 12,09 dollari per bushel (27,2 chili) che non si raggiungeva dal 2008. Non è esclusa la pesca con i prezzi del gasolio arrivato a +90, che costringe i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite. "Tutto questo- come spiega Coldiretti Lazio- favorisce anche l’importazione di prodotti stranieri". 

Dopo il Covid la guerra

“Non c’è una sola filiera - spiega il presidente di Coldiretti Lazio - che non sia stata toccata prima dalla crisi economica determinata dal Covid e ora dalle ripercussioni del conflitto in Ucraina. Una situazione insostenibile per gli agricoltori, che da due anni cercano di rialzarsi a fatica e poi ricadono inevitabilmente, schiacciati da una situazione che non consente loro di essere ripagati neanche dai costi sostenuti per la produzione. Eppure durante la pandemia l’agricoltura non si è mai fermata e gli agricoltori hanno continuato a lavorare per garantire il cibo sugli scaffali dei negozi e dei supermercati, nonostante abbiano perso anche molto prodotto per le continue chiusure e riaperture di bar e ristoranti”.

La soluzione di Coldiretti: meno importazioni

In questo scenario di crisi internazionale con forti ripercussioni sul settore agricolo Granieri punta a rilanciare il made in Italy e parla di "sovranismo alimentare". Il presidente ha dichiarato: "In un momento di grandi tensioni internazionali come quello che stiamo vivendo deve essere centrale e prioritario il tema della sovranità alimentare per non dipendere dall’estero. In questo scenario dobbiamo necessariamente garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende che possa consentire agli agricoltori e agli allevatori di continuare a lavorare. I prezzi non devono e non possono scendere sotto i costi di produzione”.

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