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Roma
Ha 88 anni ed è paralizzata e incosciente in un letto: chiesta all'Inps l'invalidità a febbraio. Da allora silenzio

Ha 88 anni, sopravvive in un letto in casa a seguito di un'ischemia che l'ha resa inabile al movimento e alla parola dal settembre del 2023 e 6 mesi fa la famiglia che l'accudisce 24 ore su 24 ha inoltrato la domanda all'Inps per chiedere l'invalidità. Da allora silenzio totale dell'Istituto.

 

La Pec corredata da regolare certificato medico è stata spedita lo scorso 9 febbraio ma da allora l'Istituto ha pensato bene di non rispondere alla richiesta della famiglia di Antonietta T, classe 1936, forse sperando in una soluzione naturale che consentirebbe di risparmiare quel piccolo contributo mensile che la famiglia chiede “almeno per integrare il costo di una badante”.
 

Il racconto della figlia che vive accanto a lei 24 ore su 24

“Nei 3 mesi estivi, racconta la figlia, l'abbiamo trasportata di peso con noi in montagna vicino Roma, per evitare che la sua fine fosse segnata dal caldo e seppure mamma gode di un una pensione di reversibilità da 800 euro il coste dell'assistenza ha superato le 1200 euro al mese. A questi vanno aggiunti i supporti medici che solo il mese scorso la Asl ci ha riconosciuto e la serie di medicine che deve prendere. Tutto per noi è un salasso economico ma lo facciamo volentieri, solo che sia io che mio marito non riusciamo più a lavorare. I medici ci avevano detto che la sua vita sarebbe finita a breve invece la nonnina di 5 nipoti ha una tempra forte. Ora però la nostra famiglia è tutta dedicata a lei e non ce la facciamo più”.

"Due volte al giorno la spostiamo di peso dal letto alla carrozzina"

Antonietta T. vive infatti in un letto dal settembre del 2023 e da allora vive alternando momenti di veglia poco vigile a sonni frequenti. La famiglia per evitare le piaghe da decubito almeno due volte la giorno la solleva e la mette su una carrozzina che hanno acquistato senza alcuna agevolazione e poi di nuovo a letto.

"All'Inps non leggono neanche le richieste"

“Pensavamo che all'Inps, leggendo la data di nascita il certificato del medico curante che attesta le sue patologie, potessero comprendere l'età e la situazione – conclude la figlia - invece prendiamo atto che in questo Paese la burocrazia non ha rispetto delle persone. Forse, allungano i tempi a dismisura, sperano di chiudere la pratica per morte ma questa è barbarie”.

Nota del redattore per l'Istituto di Previdenza Sociale: come sempre copia della domanda di febbraio scorso è a disposizione.


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