Roma

Ha condannato De Magistris. Giudicherà Buzzi e Carminati

di Valentina Renzopaoli

Tutti la descrivono come una “tosta”, poco incline alle confidenze e ai convenevoli. Quando, durante la prima udienza di Mafia Capitale, il legale del boss Massimo Carminati, l'avvocato Giosuè Bruno Naso, sua vecchia conoscenza, l'ha accusata di “essersi pedissequamente adeguata al parere dei pm”, lei non ha mosso ciglio. Non è intervenuta, ha lasciato finire, ha permesso persino che lo scaltro difensore le facesse una plateale sviolinata. Poi, si è ritirata in Camera di consiglio e ha emesso, senza sprecare troppo tempo, un'ordinanza che non smuoveva di mezza virgola decisioni già prese, confermando il confinamento di Carminati, Buzzi, Brugia e Testa nelle loro rispettive carceri durante il dibattimento.
E' stato subito chiaro che Rosanna Ianniello sarà un osso duro. Famosa per aver emesso la prima sentenza della storia che ha riconosciuto la presenza della mafia a Roma con la condanna a 28 anni del boss di Ostia, Carmine Fasciani, è lei a presiedere la X Sezione del Tribunale che dovrà giudicare i 46 imputati del maxi processo promosso dai tre piemme Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli.
Classe 1954, Rosanna Ianniello è nella “rosa” dei dieci nomi in ballo per la presidenza del Tribunale di Terni; secondo i rumors, potrebbe essere proprio una donna a prendere il posto del presidente Girolamo Lanzellotto che il prossimo 31 dicembre andrà in pensione. Il nome del giudice dal piglio di ferro è legato a numerose vicende che hanno conquistato le prime pagine dei giornali. Come quella legata al sindaco di Napoli Luigi De Magistris: è firmata da lei la sentenza di primo grado che nel settembre 2014 condannò il primo cittadino e il consulente informatico Gioacchino Genchi, per abuso d'ufficio. La storia, nota con il nome di “Why Not” era legata all'acquisizione di utenze telefoniche di alcuni parlamentari nel periodo 2006-2007, quando De Magistris era pm a Catanzaro e titolare dell'indagine. Sentenza ribaltata dalla terza Corte d'Appello di Roma che lo scorso 21 ottobre ha assolto i due imputati “perché il fatto non costituisce reato”. Nel curriculum di Ianniello anche la sentenza con la quale nel settembre 2011 venne condannato per calunnia Igor Marini;  colui che inventò l'accusa a Romano Prodi, Lamberto Dini e Piero Fassino di aver incassato tangenti sull'acquisto da parte di Telecom Italia del 30% di Telekom Serbia: caso passato alla storia come “Telekom Serbia”.  
Tornerà in aula il 17 novembre: sulla data della seconda udienza di Mafia Capitale ha dovuto fare una concessione. La mole di carte presentate dai cinquantacinque soggetti che hanno fatto richiesta di costituzione di parte civile ha costretto uno slittamento del calendario che, almeno per ora, continua a contare quattro udienze a settimana. Si vedrà se su questo la giudice farà dietrofront.