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Roma
Hiv, boom di contagi nel Lazio. Giovani tra 25 e 29 anni i più a rischio

Hiv, torna l'incubo contagio. Dati Icar: Lazio tra le regioni con maggiori diagnosi HIV

 

HIV e AIDS. È l'inquietante quadro dipinto dall'Icar, che, a 10 anni dalla nascita, lancia il congresso evento nella Capitale dal 22 al 24 maggio. Attesi presso Ergide palace Hotel oltre 800 tra ricercatori, medici e specialisti coinvolti nell’assistenza e cura dell’infezione da Hiv. Per l'occasione è stato rivelato il focus ssul numero di pazienti in cura e sulle modalità di contagio più frequenti: "In questi 10 anni - spiega il Prof. Massimo Andreoni, Professore Ordinario di Malattie Infettive della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma Tor Vergata - la ricerca ha fatto grandi passi avanti, permettendo ai soggetti con infezione da HIV una aspettativa di vita che si avvicina sempre di più a quella della popolazione sana. Quella di cui oggi siamo protagonisti, quindi, è una ricerca più ambiziosa, che non vuole dimostrare solo l'efficacia delle nuove terapie antiretrovirali, ma che intende puntare a nuove strategie finalizzate alla cura funzionale dell'infezione, rendendo possibile l'interruzione della terapia da parte dei pazienti".

 

Hiv, contagi da record nel lazio. La diffusione del virus hiv: i giovani tra i 25 e i 29 anni più a rischio

 

In Italia sono in terapia più di 100mila pazienti con Hiv. Secondo l'ultimo bollettino del Centro Operativo Aids dell'Istituto Superiore di Sanità, i cui dati si riferiscono al 2016, poco meno di 4000 sono le nuove diagnosi di infezione fatte ogni anno, con una incidenza di circa 5,7 su 100mila abitanti. "Un elemento, quest'ultimo, da non sottovalutare - spiega il Prof. Massimo Andreoni - perché equivale a un grosso fallimento: non siamo stati in grado di interrompere la trasmissione di questa malattia". Le fasce d'età più a rischio sono quelle più giovani, tra i 25 e i 29 anni. Nel 50% dei casi si tratta di maschi che fanno sesso con maschi; rimane costante, invece, il numero di donne con nuova diagnosi di HIV (30%). Nel 2016 sono state segnalate 796 nuove diagnosi di HIV in donne, delle quali 488 (61,3%) in donne straniere e 297 (38,7%) in donne italiane.La modalità di contagio prevalente è quella sessuale, mentre la trasmissione tramite tossicodipendenza riguarda una quota bassa, di pochi punti percentuali. Si osserva, anche, un rilevante numero di stranieri con una nuova diagnosi di Hiv. È stato stimato, inoltre, che il 40% delle persone alla prima diagnosi risulta essere inconsapevole di essersi esposta all’Hiv. Lombardia e Lazio sono le regioni dove si sono registrate il maggior numero di nuove diagnosi, rispettivamente con 691 e 557 nuovi casi. A seguire, invece, troviamo l'Emilia Romagna (328), la Toscana (292), la Sicilia (274), il Piemonte (253) e il Veneto (210). A livello di incidenza, invece, queste le regioni con incidenza superiore alla media nazionale: Lazio (8,5), Marche (7,2), Toscana (7,1), Lombardia (6,7), Liguria (6,6). Emilia Romagna (6,5), Umbria (6,2) e Piemonte (5,8).

 

Prevenzione HIV, cura e farmaci per combattere il virus dell'immunodeficenza  e i suoi sintomi

 

La sensibilizzazione alla prevenzione e la corsa a cure sempre più innovative passa anche dal programma di trapianti in pazienti Hiv+ del Poit - Polo ospedaliero interaziendale dei trapianti - dello Spallanzani e del San Camillo Forlanini, avviato 16 da.  Nei giorni scorsi un paziente co-infetto per Hiv e Hbv ed affetto da epatocarcinoma è stato infatti trapiantato di fegato con successo dal prof. Giuseppe Maria Ettorre, coadiuvato dal dott. Mario Antonini e dal dott. Gianpiero D'Offizi, ed attualmente si trova in eccellenti condizioni generali.   La straordinaria efficacia delle terapie antivirali contro il virus HIV ed i virus epatitici HBV e HCV attraverso i nuovi farmaci cosiddetti "antivirali ad azione diretta" ha permesso di rivoluzionare il campo del trattamento delle infezioni virali del fegato, prevenendo la reinfezione dell'organo trapiantato e mostrando una elevata tollerabilità anche nei pazienti più compromessi.

L'impiego di questi farmaci innovativi, in aggiunta, potrà permettere come già dimostrato un utilizzo di fegati HCV+ da trapiantare in riceventi HCV+. Ma anche per il virus Hbv sono in fase di sperimentazione avanzata numerose molecole che agendo a diversi livelli nelle fasi del ciclo replicativo virale mostrano un profilo di efficacia assolutamente innovativo.   L'innovazione arriva anche dalle tecniche di rigenerazione epatica tramite perfusione "Liver Assist" ipotermica al quale viene sottoposto il fegato da trapiantare. Attraverso questa attivita' di ricondizionamento, la qualita' dell'organo che si consegna nelle mani dell'equipe chirurgica del Poit per essere trapiantato viene migliorata con risultati considerati eccellenti in termini di recupero funzionale del fegato. E grazie a tali innovazioni un numero sempre più crescente di pazienti HIV+ potrà accedere ad un percorso trapiantologico completamente efficace che invece fino a pochi anni fa era difficilmente realizzabile.

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