Hiv, processo pubblico per l'untore di Acilia. Contagiò 57 persone e un bimbo
Dibattimento a porte aperte davanti alla Corte d'Assise per “interesse sociale”
L'untore di Acilia, Valentino Talluto, sarà processato pubblicamente. Il processo a carico del 32enne sieropositivo accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime, con l'aggravante di aver agito per futili motivi, per aver contagiato decine di donne, si celebrerà davanti alla terza corte d'Assise di Roma.
Il presidente Evelina Canale, respingendo una richiesta avanzata dall'avvocato di parte civile Irma Conti che tutela gli interessi di 17 donne, ha parlato di "interesse sociale del dibattimento in oggetto".
L'uomo ha avuto rapporti sessuali non protetti con le donne conosciute su varie chat a partire dal 2006, senza averle mai informate prima di essere affetto dal virus dell'Hiv e inventando ogni volta una scusa per non usare il preservativo.
A Talluto, detenuto a Rebibbia e oggi presente nell'aula bunker, sono contestati ben 57 episodi tra contagi diretti (30 amanti) e quelli indiretti, riferiti a tre partner di donne in precedenza infettate e a un bimbo, nato nel maggio del 2012, figlio di una straniera con cui l'indagato aveva avuto rapporti e al quale era stato diagnosticato il virus dell'Hiv all'eta' di otto mesi.
All'imputato sono anche contestati i casi di altre 20 donne scampate all'infezione, un destino condiviso anche da tre uomini che con Valentino hanno preso parte a rapporti sessuali a tre.
La corte di Assise, che ha aggiornato il processo ad aprile, ha detto no anche alla richiesta di giudizio abbreviato avanzata dalla difesa dell'imputato.