Hiv, l'untore di Acilia si sfoga: “Non sono un mostro, su di me tante bugie”
Talluto è accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime
Processo Talluto, è stato il giorno dello sfogo di Valentino, l'uomo sieropositivo accusato di aver contagiato volontariamente decine di donne di Hiv. "Io non sono un mostro, mi hanno descritto cosi' ma chi mi conosce sa bene che non sono una cattiva persona. Su di me sono state scritte cose non vere".
Con una lunga dichiarazione spontanea resa davanti alla terza corte d'assise di Roma, si è difeso il 32enne sieropositivo di Acilia accusato dalla Procura di aver contagiato decine di donne conosciute in varie chat a partire dal 2006 con le quali voleva avere solo rapporti sessuali non protetti, senza averle mai informate prima di essere affetto dal virus dell'Hiv e inventando ogni volta una scusa per non usare il preservativo.
Accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime, Talluto ha negato di essere un untore, come e' stato bollato dalla stampa: "Io sono un ragazzo con cuore e sentimenti affetto da Hiv... Questi per me sono stati anni terribili. E' un trauma che persone che conosco abbiano la mia stessa patologia e che pensano che sia per colpa mia". "Io non mi sono mai nascosto - ha proseguito l'imputato, apparso visibilmente commosso - tutte le ragazze mi conoscono con il mio nome e molte di loro hanno conosciuto amici e familiari. Se avessi voluto fare del male mi sarei comportato in modo diverso".
"Se avessi voluto contagiare piu' ragazze possibili avrei mantenuto l'anonimato. Tante hanno avuto rapporti con me e non sono state contagiate. Come posso essere padrone di diffondere la malattia? Non e' vero che ho rifiutato la terapia, non mi e' stata mai prescritta e quando e' stata necessaria l'ho seguita. Ringrazio la mia fidanzata, i miei amici e i miei familiari che sono rimasti al mio fianco. Sono una persona buona e tranquilla, segnata dall'Hiv, che non ha mai voluto fare del male a nessuno".
Secondo la Procura, sono 57 gli episodi di cui l'imputato deve rispondere, tra contagi diretti (30 amanti) e quelli indiretti (riferiti a tre partner di donne in precedenza infettate e a un bimbo, nato nel maggio del 2012, figlio di una straniera con cui l'indagato aveva avuto rapporti e al quale era stato diagnosticato il virus dell'Hiv all'eta' di otto mesi) oltre ai casi di 20 donne scampate all'infezione, un destino condiviso anche da tre uomini che con Valentino hanno preso parte a rapporti sessuali a tre.