Roma

“Ho 40 anni ma non chiamatemi Milf". Giovanna, la prof più amata dai fotografi

Un metro e sessanta di morbida sensualità, occhi da cerbiatta e quaranta candeline da poco spente, mamma da 14 anni, ma Giovanna Capasso non ci sta ad essere catalogata come il solito stereotipo di sogno erotico dei giovani romani. Seduzione e malizia esplodono dietro l'apparente innocenza con cui si presenta questa maestra in servizio presso un noto istituto nei pressi di Piazza Navona. “Mi innamoro sette volte in un anno, sei di queste sono per le scarpe. Ma non chiamatemi Milf, piuttosto sono gli uomini che sono una delusione. Tutti a chiedermi se ho Skype, Facebook o sia iscritta a qualche social o app, ma cercatemi tra le lenzuola piuttusto”.
Partenopea in fuga verso Milano prima, approdata poi per amore a Roma in uno stupendo “nido con vista Colosseo” che condivide solo con la figlia: “Ma presto lei sarà grande, quindi se qualcuno si volesse proporre per un fidanzamento, ma il contratto è chiaro: servizio part-time, perché quando c'è mia figlia non esiste altro che lei, ma a tempo indeterminato perché sono estremamente gelosa”.
“E niente 'uomini macho' per cortesia, troppo concentrati sul loro ruolo di prime donne e poi si perdono così il bello delle donne, non ti chiamano, non ti mandano messaggi. Ecco gli uomini di adesso sbagliano i tempi, pensano che il momento più importante sia quello che immediatamente precede la lotta tra le lenzuola, ma invece quello che conta di più è quello che succede subito dopo, e noi donne ce ne sappiamo accorgere”.
Anarchica di natura, a 14 anni aveva rubato la macchina di mamma, ora negli intervalli di tempo tra il lavoro di mamma e quello di insegnante si diverte a girare per Roma in sella alla sua bicicletta. “E non la lascio mai, ormai i negozianti mi conosco e mi lasciano entrare anche con la mia due ruote”. L'amore per le foto nato per caso e “anche se ora i fotografi mi cercano per me resta un gioco. So essere molto severa con me stessa, lo devo anche a mia figlia con cui ogni sera ci allunghiamo nel lettone per un momento tutto nostro in cui ci confidiamo. E lei sa tutto di me”.
“Il mio difetto? Nonostante la palestra ho un sedere troppo grande. Piacerebbe a Tinto Brass? Perché no, potrei essere la sua nuova musa”.