Roma

I debiti di sindacalisti e dipendenti del Comune di Roma, pagati da tutti i contribuenti. La previdenza comuale salvata con 37 mln di soldi pubblici

Socializzati i debiti della gestione allegra dell'Ipa. Un mare di debiti ripianati che il Comune giustifica: “’Amministrazione capitolina ha deciso di superare un’inerzia che andava avanti da anni”

Alla fine i debiti dell'Ipa, la previdenza dei dipendenti comunali di Roma, gestita per anni da dirigenti di nomina sindacale, è salva. Nel senso che non fallirà ma verrà accompagnata alla liquidazione grazie a una montagna di soldi, precisamente 37,5 mln di euro che il Comune di Roma preleverà dalle casse e che verserà al liquidatore per pagare la montagna di debiti.

Prestiti mai restituiti garantiti dagli stipendi comunali, assunzioni clientelari, viaggi a gogo e convenzioni fasulle per sconti e altro, ma anche l'assistenza sanitaria integrativa: il debito dell'Ipa, l'Ente di assistenza e previdenza di Roma Capitale, alla fine della sua “sfortunata” gestione ha accumulato un debito di quasi 40 mln di euro che ora pesa sulle tasche dei romani. La Giunta di Roberto Gualtieri ha approvato infatti la delibera con la quale avvia la procedura di liquidazione dell'Ente che durerà 3 anni.


Per il Comune di Roma i 37,5 mln servono per "superare un'inerzia"

Scrive il Comune di Roma in una nota ufficiale: “Nata nel 1940, IPA registra da molto tempo crescenti problemi di natura gestionale e contabile e, dal 2012, vive prolungati periodi di commissariamento. L’Amministrazione capitolina ha deciso di superare un’inerzia che andava avanti da anni e arrivare così a definire questo percorso, anche per sanare una situazione critica dovuta al fatto che l’azione dell’Istituto non risponde più all’attuale impianto normativo dei settori della previdenza complementare e del sistema di welfare, ormai demandati alla contrattazione collettiva tra il datore di lavoro e le forze sociali”.

Cosa accadrà dal primo gennaio

Da un punto di vista operativo, dal giorno 1 del mese di gennaio cesseranno le attività dell’Istituto. “In particolare, per le attività di natura assistenziale si procederà alla separazione dell’area sanitaria da quella dei servizi di welfare, rafforzando la capacità di erogazione diretta dei servizi attraverso i fondi previsti dalla contrattazione collettiva decentrata, destinata al welfare aziendale, anzi ampliando ad esempio le polizze sanitarie in essere a tutti i dipendenti comunali”, spiega il Comune di Roma.

Così l'assessore Bugarini sorvola sui debiti

Per “mascherare” con maestria il motivo per cui il Comune ha diviso su tutti i romani l'allegra gestione, il neo assessore al Personale, Claudio Bugarini, ha aggiunto: “Con la chiusura di Ipa andiamo verso un moderno sistema di welfare aziendale e, al contempo, abbiamo voluto tutelare tutti i lavoratori che hanno delle posizioni aperte con l’Istituto. servizi sanitari saranno integrati nelle polizze aziendali e la parte previdenziale trasferita, per i lavoratori che lo vorranno, nel fondo integrativo”.

In Consiglio Comunale chi sfiderà i dipendenti?

I 37 mln di euro per salvare la “potenza elettorale dei comunali” sono evidentemente stati sottratti a investimenti, emergenza casa o aiuti alle famiglie in difficoltà economiche. L'ultimo passaggio della delibera è in Consiglio Comunale dove le opposizione saranno costrette a misurarsi coi dipendenti del Comune.

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